Specialistica

Piazza dei Miracoli tra finzione e realtà

Copertina del libro La stella del battistero
di U. S.

Nel libro "La stella del battistero" edito da Ets, il romanzo e la parte tecnica si rimandano l’una all’altra. Il primo propone un ipotetico percorso del pensiero “geometrico” dell'architetto Deotisalvi, che parla attraverso le forme dei suoi monumenti, collocati temporalmente nella prima metà del XII secolo

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Leonello Tarabella è un informatico che, come ricercatore Cnr, si è occupato di musica elettronica e ha scritto articoli e libri di carattere scientifico. Questo suo primo romanzo è frutto di una vicenda iniziata anni fa, quando monsignor Silvano Burgalassi oggi scomparso, ma all’epoca  nota personalità nel panorama culturale pisano, sacerdote,  uomo di studio e accademico - gli propose una ricerca sull’acustica del Battistero di Pisa, in linea quindi con la sua attività professionale. Stimolato da uno scritto del matematico spesso ospite della Scuola Normale di Pisa, David Speiser, che riporta considerazioni sulle simmetrie dei monumenti della Piazza dei Miracoli e ricorda i metodi per disegnare le figure geometriche con righello e compasso, Tarabella osservò come la stella pentagona regolare (che deriva dalla sezione aurea) costituisca la griglia di riferimento usata per la costruzione del Battistero. Osservazione mai fatta da nessuno prima di allora e che ottenne  l’approvazione di esperti di architettura medioevale come Alessandro Baldassari e di storici dell'arte come Piero Pierotti e Laura Benassi, che ritennero opportuno inserirla nel loro libro "Deotisalvi, l’architetto del secolo d’oro" (Pacini Editore).

Di recente, con l’intento di dare corpo suggestivo ai risultati dell’indagine geometrica dei monumenti di Deotisalvi e dell’intera Piazza dei Miracoli, Tarabella ha pensato di cimentarsi nella scrittura di un romanzo, dove si coglie anche l’analogia della figura di  Deotisalvi Fabricator, come si legge sull’epigrafe del campanile di San Sepolcro, con  Jack il Costruttore (Jack the Builder) dei Pilastri della Terra. Anche il periodo storico -XII secolo - è lo stesso, ma il volume “La stella del battistero” (Ets) non ha niente a che fare con il capolavoro di Ken Follett, se  non altro per la brevità. Inoltre, il libro di Tarabella non è neanche un romanzo storico: qua e là c’è qualche riferimento all’epoca in cui si svolge la vicenda, ma si tratta di passi mutuati dal libro di Pierotti e Benassi. L’intenzione di Tarabella è infatti un’altra: richiamare l’attenzione del lettore sulla geometria euclidea, “cenerentola”  tra le materie delle nostre elementari, che però ha un passato glorioso come unico strumento di progettazione di opere di architettura e ingegneria quali edifici, strade, acquedotti. Il volume consta di due parti che si rimandano l’una all’altra: il romanzo e la parte tecnica. Il romanzo propone un ipotetico percorso del pensiero “geometrico” di Deotisalvi, che parla attraverso le forme dei suoi monumenti (Cappella di Sant’Agata, San Sepolcro e il Battistero) come momenti della sua evoluzione artistica. Per questo il sottotitolo “i monumenti parlano di per sé… perché ci sono”, che è in realtà una frase spesso pronunciata da Burgalassi, spiega bene il senso del romanzo: romanzo e personaggi sono frutto di una visione onirica, di un sogno che immagina un viaggio a Gerusalemme dove Deotisalvi è stato mandato in missione dalla Repubblica Marinara, in quel secolo all’apice della sua gloria, allo scopo di trarre ispirazione dai Templi della Spianata per realizzare i monumenti pisani in una locale “spianata” che sarà quella che è l’attuale Piazza dei Miracoli.

Nella seconda parte del romanzo vengono raccontate le fasi progettuali dei monumenti che Deotisalvi espone ai Consoli e agli Anziani della Repubblica per ottenerne il consenso e gli appropriati finanziamenti. E poiché non si sa chi era Deotisalvi (forse era un frate, che veniva dall’oriente…) l’autore dichiara di essersi  sentito autorizzato a immaginare in un modo del tutto suo una personalità che gli ha “parlato” attraverso i suoi monumenti: un’anima semplice e profonda che sa conversare tanto con i naviganti, le  locandiere e i carovanieri, quanto con i notabili della sua città. Pierotti descrive Deotisalvi come l’ingenuo artigiano costruttore di chiese che aspirava a essere promosso da Fabricator a Magister; e infatti nel Battistero Deotisalvi viene nominato come Magister, segno che le opere precedenti gli avevano fatto guadagnare quel titolo. Nel romanzo c’è anche una breve storia d’amore che conferisce umanità e sensibilità alla mente creativa di Deotisalvi ,che in tutto vede l’armonia delle forme con gli occhi del geomètra.

Poi  c’è la parte tecnica del libro, alla quale il romanzo rimanda continuamente per illustrare con il simbolismo della matematica ciò che la narrazione propone con il linguaggio della geometria. Ma in realtà in questa seconda ci sono vari contributi di altre persone che sono alla fine saggi storici e filosofici. Il primo di questi, in continuità con la fine del romanzo in cui si accenna all’inizio dei lavori delle fondamenta del Battistero,  è di Laura Benassi, che racconta con dovizia di particolari le vicende che hanno portato alla  sua realizzazione. Quello conclusivo (in posizione d’onore) è la trascrizione di un intervento di Burgalassi,  che comincia proprio con la frase del sottotitolo del libro: è la testimonianza profondamente religiosa del sacerdote, dell’accademico, dello studioso di grande cultura. Un insolito libro è dunque “La stella del Battistero” che vede il romanzo trarre ispirazione dai risultati di una ricerca, e il romanzo stesso che spiega dalla “viva voce” di Deotisalvi come lui ha concepito le sue costruzioni, in modo geometrico prima ancora che architettonico.

Titolo:  La stella del battistero
Categoria: Specialistica
Autore/i:  Leonello Tarabella
Editore:  Ets
Pagine: 232
Prezzo: 19,00

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