Focus: Corpo

Il corpo carismatico

manifesto
di Sandra Fiore

Nel passato ai sovrani francesi e inglesi veniva attribuito un potere taumaturgico. Oggi, i leader della politica e i personaggi della moda e dello spettacolo esibiscono un'immagine curata e accattivante. Con il corpo si esercita il potere, oggi come nel passato, come attesta anche il culto delle reliquie e dei santi

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Il culto del corpo e della propria immagine nell'età contemporanea è un fenomeno molto studiato. L'attenzione all'abbigliamento, alle pose, alla gestualità, alla forma fisica sono elementi solo apparentemente marginali, che incidono sul consenso di gruppi e strati sociali nei confronti di chi esercita un potere, dalla politica al mondo della moda e dello spettacolo. “Come se nell'offrirsi in pasto in corpo e figura, per così dire, si mettesse in scena un rapporto diretto tra leader e rappresentanti, senza mediazioni, cancellando istituzioni, regole, corpi intermedi'', spiega la giornalista Bia Sarasini sul Manifesto. Il corpo fisico oggi è un “capitale da spendere” nella costruzione del carisma, sottolinea Marco Belpoliti per concludere che 'Il Corpo del Capo' - titolo del libro di cui è autore - è diventato “la metafora vivente della nostra stessa idea di corpo, della sua durata nel tempo, del suo valore e del suo sfruttamento economico”.

Non è necessario andare troppo indietro nel tempo per capire come il binomio parola e immagine influenzino le nostre coscienze. “Pensiamo a Trump, alla sua maniera di muovere il viso mentre parla, ai capelli di Kim Jong Un imposti come modello ai giovani coreani, per arrivare alla comunicazione gestuale di Mussolini e dei dittatori del Novecento”, commenta Amedeo Feniello, dell'Istituto di storia dell'Europa mediterranea (Isem) del Consiglio nazionale delle ricerche. “In epoche più remote la corporeità, associata al gesto, assume caratteri distintivi e specifici, dove assai forte è il senso simbolico. L'unzione sacra, ad esempio, è il sigillo che tramuta la corporeità in regalità, trasformando il corpo dell'uomo in quello di re con poteri anche sovrannaturali, tra i quali la capacità di guarire da alcune malattie. I re di Francia furono considerati in grado di guarire la scrofola (adenite tubercolare) con il semplice tocco, il che determinò il consolidarsi di una sorta di 'regalità mistica', di aura sacrale intorno alla figura del sovrano”.

La simbologia del potere si modifica con l'evoluzione culturale tant'è che i segni usati nel passato oggi risultano incomprensibili. “La ritrattistica medievale, ad esempio, è spesso lontanissima dal nostro sentire, sebbene Carlo Ginzburg insegni che esistono radici antiche di immagini moderne, come in una serie di scatole cinesi: il manifesto dello zio Sam che chiama a raccolta i giovani americani rimanda a tutta una serie di dipinti che si dipanano dalla Vocazione di san Matteo di Caravaggio, fino al Cristo benedicente di Hans Memling o di Antonello da Messina (Paura reverenza e terrore di C. Ginzburg, ndr)”.

Al potere del corpo rimanda il culto delle reliquie, ancora oggi molto sentito, anche in virtù del fatto che crediamo sempre meno in modelli razionali. “In questo tempo di crisi galoppante, di insicurezza dilagante e di precarietà incalzante la domanda di interventi dall'alto è in crescita esponenziale anche al di là dei confini delle singole religioni”, scrive l'antropologo Marino Niola a proposito del culto di S. Antonio, noto per la capacità taumaturgiche.

Su sacri resti sono state fondate città, innalzati luoghi di preghiera, per il possesso delle reliquie destinate al commercio illegale vengono messi in atto furti. Fra ritrovamenti, furti e ostensioni si dipana la guida, scritta da Marino Orletti, sulle reliquie conservate nel nostro Paese, da pezzi di corpi, 'ex ossibus, ex carne, ex praecordiis' a frammenti di abiti, di cilicio, di sepolcro. “Bisogna entrare in quell'universo semiotico complesso che fu la civiltà medievale. Il flusso corrente degli eventi nel tempo acquistava un suo senso se lo si considerava sul piano dell'eternità e della realizzazione del disegno divino. La reliquia assumeva un posto centrale in quanto si riteneva conservasse la potenza del santo, la sua forza vivificatrice. Per esse si lottava e si combatteva ed erano importantissime nella creazione di luoghi di culto e di importanti monasteri”. Insomma anche la reliquia è di per sé potere. È il trascendente che prende piede nella realtà.

Fonte: Amedeo Feniello, Istituto di storia dell'Europa mediterranea, tel. 06/68808922 , email amedeofeniello62@gmail.com -

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