Editoriale

Parlare di ricerca. Per farla meglio

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di Marco Ferrazzoli

Nei giorni scorsi si sono tenuti il trentennale del primo collegamento italiano in rete, gli Stati generali della ricerca sanitaria e la presentazione del Programma nazionale della ricerca. È stata l'occasione per dibattere di scienza, della complessa situazione italiana e dell'esigenza di una visione sempre più internazionale. Per questo dedichiamo il Focus dell'Almanacco della Scienza ad alcuni Progetti europei del Cnr

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In pochi giorni abbiamo inanellato alcuni eventi particolarmente significativi per il mondo della nostra ricerca scientifica e, riteniamo, anche per il Paese tutto. Il trentennale del primo collegamento italiano in rete, celebrato a Pisa con il ministro Stefania Giannini presente all'Area della ricerca del Cnr e il premier in video-collegamento; gli Stati generali della ricerca sanitaria tenutisi a Roma con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin; la presentazione del Programma nazionale della ricerca presso la sede del ministero dell'Istruzione,dell'università e della ricerca.

Nel merito delle questioni affrontate, evidentemente, ciascuno ha le proprie opinioni e il dibattito è ampio e aperto, tanto più trattandosi di tre appuntamenti con un esplicito carattere politico. Un dato però ci pare indiscutibile: era parecchio tempo che non si parlava di ricerca così tanto, a livelli istituzionali così alti e con una partecipazione così ampia dei vari soggetti coinvolti, media in primis. Non vogliamo sostenere la tesi del 'purché se ne parli': la scienza è un argomento serio che deve essere affrontato seriamente, non ha bisogno di pubblicità 'comunque'. È però senz'altro vero che in Italia, nel dibattito pubblico e quindi nella percezione comune, la ricerca non è tenuta nella considerazione che merita: molte persone la ritengono probabilmente un'attività meritoria, interessante, sicuramente complessa, ma senza avere coscienza di quanto sia legata alle sorti concrete della popolazione, alla qualità della vita quotidiana. Che il dibattito su questi temi cresca, quindi, ci pare un'ottima notizia.

Detto ciò, ripetiamo, le diverse posizioni sono legittime e il confronto proficuo. Anche perché la situazione è complessa e nessuno può presumere di avere ricette magiche o miracolose. Per esempio, è utile riflettere sulle ragioni per le quali abbiamo perduto un primato internazionale nel campo dell'informatica e della telematica, dopo essere stati tra i primi Paesi al mondo a realizzare un computer e tra i primi in Europa a connetterci alla rete (ma discorsi analoghi potremmo farli su altri settori scientifico-industriali, dai polimeri all'aerospazio). Sui motivi per i quali la straordinaria longevità italiana conosce un segnale di riduzione, in coincidenza con l'aumento della mortalità, e su come questo possa legarsi alla difficoltosa sostenibilità finanziaria della sanità; su come conciliare l'esigenza di una maggiore appropriatezza nella diagnostica con quella di mantenere alta la vigilanza preventiva. È importante dibattere su come coniugare le attività di ricerca diffuse in un settore tanto ampio e articolato con la concentrazione su obiettivi scientifici mirati e strategici.

Al fondo di tutto, lo sappiamo fin troppo bene, c'è infatti il problema di reperire risorse finanziarie e umane adeguate a fare buona ricerca scientifica in una fase economica certo non florida. Anche per questo la visione della ricerca è sempre più internazionale, prima di tutto europea. E per questo abbiamo dedicato il Focus monografico di questo numero dell'Almanacco, come spunto di riflessione, ad alcuni progetti comunitari del Cnr, uno per ciascun Dipartimento. Vi scoprirete alcune linee che puntano a un futuro migliore, con più salute e più condivisione, nuovi materiali e un ambiente più sano.