Editoriale: Meno

Si può fare di meno

Tastiera di un pc
di M. F.

Dallo sviluppo al “less is more”, dall'aumento al low profile, dal progresso al piccolo è bello, dalla crescita alla decrescita felice. Spesso ci troviamo a ragionare di sobrietà, parsimonia, risparmio. L’attualità del tema è evidente, per un complesso coacervo di ragioni naturali e geopolitiche: crollo vendite delle auto, salvaguardia dell'ambiente, diete salutistiche, carenza idrica ed energetica, gelo demografico. In questo Almanacco della Scienza analizziamo alcune declinazioni di questa articolata realtà, senza trarre giudizi assoluti

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In genere, la storia e il destino dell'uomo sono legati al comando del “crescete e moltiplicatevi”, allo sviluppo, all'aumento, al progresso, alla crescita. Ma talvolta, e sempre più spesso, ci troviamo a ragionare invece del principio opposto: meno è meglio, less is more, piccolo è bello, decrescita felice, low profile… Non è una novità assoluta dei giorni nostri, si pensi solo alla povertà francescana, ai valori di sobrietà, parsimonia, risparmio che hanno connotato e connotano ancora molte culture e società. L’attualità del tema, però, è evidentemente dovuta a un complesso coacervo di ragioni naturali e geopolitiche: dalla ormai cronica diminuzione delle vendite di autovetture alla teoria “green” della rinuncia per salvare l'ambiente; dalla dieta alimentare come dettame salutistico al risparmio quale necessità dettata da un complicato assetto economico; dalla preoccupante carenza idrica a quella energetica, non meno allarmante; fino al calo demografico, anzi al “gelo” demografico, che colpisce il nostro Paese in modo particolare e comporta pesanti conseguenze previdenziali e socio-economiche.

In questo Almanacco della Scienza analizziamo, con l’aiuto di colleghe e colleghi del Cnr, alcune applicazioni di questa articolata realtà, senza voler trarre giudizi assoluti. La transizione energetica, digitale, tecnologica, economica ed ecologica in cui siamo coinvolti è un processo estremamente complicato, sul quale il dibattito e aperto e vede fronteggiarsi posizioni a volte molto distanti, anche tra gli esperti. Non possiamo però trascurare alcune conseguenze drammaticamente negative che l'impatto dell'uomo determina sui fenomeni sociali e naturali. Sicuramente da rivedere è il paradigma dello spreco, del consumo indiscriminato, teso a un benessere materiale alterato che provoca una produzione di rifiuti sempre più difficile da gestire. Così come sicuramente da ridurre e controllare sono i comportamenti compulsivi, per esempio quelli legati al mondo digitale, anche qui una dieta sarebbe sicuramente opportuna.

Ovviamente, negli articoli di questo numero dell’Almanacco affrontiamo anche il “meno” dal punto di vista delle scienze matematiche, fisiche, naturali. In questo ambito, però, i margini di interpretazione e opinione sono molto ridotti…