Saggi

L'informazione scientifica a rischio ‘bla-bla'

annuario
di Marco Ferrazzoli

L'Annuario scienza e società 2011 di Observa conferma l'analfabetismo degli italiani nel settore della ricerca e della tecnologia. Solo il 18,4% conosce elettroni e atomi, antibiotici e sa dire se il sole è un pianeta o no

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Gli autori di Observa Science in Society non ce ne vorranno se sorvoliamo sulle tendenze che la loro indagine identifica, evidenziando variazioni e fluttuazioni rispetto ai precedenti rilevamenti, per concentrarci sullo scenario che l'‘Annuario scienza e società 2011' descrive, con connotati sostanzialmente analoghi a quelli del passato nonostante le pur interessanti dinamiche evidenziate. L'elemento prioritario resta quello dell'analfabetismo scientifico, tecnologico e matematico degli italiani. Il campione che ha risposto riesce solo nel 18,4% dei casi a rispondere correttamente a tre domande su elettroni e atomi, antibiotici e sul sole (è un pianeta o no?).

Di fronte a certi dati si potrebbe sorridere, affettare indignazione o rimpiangere la bella scuola di un tempo, nella quale alcuni concetti venivano scolpiti nella memoria grazie a una didattica assai poco permissiva. Ma il problema fondamentale ci pare un altro: quali risposte avremmo ottenuto a domande su ogm, nucleare, clonazione, banda larga e sui molti termini e concetti di origine tecnologico-scientifica che ormai correntemente ascoltiamo e spesso utilizziamo?

Il timore è che gran parte del dibattito al quale i mass media fanno da volano si riduca a un bla-bla nel quale contano soprattutto le opinioni, magari condizionate da una buona dose di pregiudizio ideologico, ma con una diffusa e crassa incompetenza relativamente ai temi di cui si parla. Observa ribadisce opportunamente anche in quest'edizione del suo annuario che la ricerca ‘fa notizia' sulla stampa, per il 13,2% degli articoli pubblicati, il che non è poco. Ma quasi sempre si impone quando un argomento diventa oggetto di dibattito, per esempio il clima in occasione del summit Onu o del vertice di Copenaghen, ma questi determina inevitabilmente un'informazione a ‘picchi', con concentrazioni sporadiche di notizie. Lo stesso andamento, peraltro, caratterizza la ricerca di notizie da parte del pubblico, concorrendo a una formazione culturale episodica e incoerente.

Resta da aggiungere che il lavoro curato da Massimiano Bucchi e Giuseppe Pellegrini contiene la consueta messe di dati, utilissimi per gli operatori del settore: dalle schede finali, contenenti la gran parte degli indicatori su ricerca, innovazione e sviluppo, alle sezioni sulla formazione universitaria e sulla cultura del cibo. Alcuni dati su quest'ultimo tema sono eloquenti rispetto all'insufficienza della divulgazione scientifica in Italia: gli italiani sono favorevoli per metà alla prosecuzione della ricerca biotecnologica nell'agroalimentare, contrari per un terzo e incerti per il rimanente. Ma quando si sondano le motivazioni delle risposte, la gran parte esprime asserzioni apodittiche, dalla speranza di sfamare il Terzo mondo dei ‘pro' allo spettro delle multinazionali dei ‘contro'. Argomentazioni ovviamente rispettabilissime, ma che lasciano intravedere quella tendenza a farsi un'opinione in base a considerazioni extra-scientifiche che continua a condizionare il nostro modello di sviluppo.

 

Marco Ferrazzoli

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titolo: Annuario scienza e società 2011
categoria: Saggi
autore/i: Bucchi Massimiano Pellegrini Giuseppe
editore: Il Mulino
pagine: 192
prezzo: € 16.50

  

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