Focus: Raffaello

Un tour tra frutti esotici di ieri e di oggi

Loggia di Psiche, Raffaello, Villa Farnesina
di Rita Bugliosi

Melagrane, zucche, meloni e angurie sono tra le specie vegetali ritratte da Raffaello nella Loggia di Amore e Psiche, all'interno della Villa Farnesina. Prodotti a quel tempo poco diffusi in Italia, come lo sono oggi alchechengi, carambola, cirimoia, okra, pomelo, platano. Reperibili soprattutto sui banchi dei mercati etnici, sono però ricchi di utili principi nutritivi, come sottolinea Roberto Volpe, medico dell'Unità prevenzione e protezione del Cnr

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Attuale sede dell'Accademia dei Lincei, la rinascimentale Villa Farnesina sorge a Roma, nel cuore di Trastevere, e ospita nella Loggia di Amore e Psiche gli affreschi che Raffaello Sanzio eseguì, tra il 1517 e 1518, per il banchiere senese e suo mecenate Agostino Chigi, che aveva commissionato la costruzione della fastosa residenza all'architetto Baldassarre Peruzzi. Originariamente la Loggia fungeva da ingresso alla Villa e per dare un carattere festoso all'ambiente Raffaello ne trasformò la volta in una pergola, decorandola con festoni di fiori e frutti, come se il giardino proseguisse all'interno del palazzo, in continuità tra spazio naturale e architettonico. Tra i frutti raffigurati, specie all'epoca esotiche, come melagrane provenienti dalla Persia, zucche gialle dal Messico, meloni dall'Africa orientale e dall'India e angurie dall'Africa meridionale. I vegetali affrescati costituiscono dunque anche una documentazione della biodiversità botanica che convergeva a Roma da tutto il mondo.

Quei frutti sono ora diffusi sulle nostre tavole, ma altre specie esotiche oggi ci arrivano sui banchi dei mercati etnici, segno della globalizzazione e dei processi migratori che caratterizzano il nostro tempo. Tra i tanti ricordiamo l'alchechengi, la carambola (nella foto), la cirimoia, l'okra, il pomelo, il platano: prodotti gustosi e ricchi di principi nutritivi, come sottolinea Roberto Volpe, medico ricercatore dell'Unità prevenzione e protezione del Cnr di Roma. “Non troppo tempo fa la frutta esotica si associava a circostanze eccezionali: manghi, papaye e ananas erano cibi da ricchi o per occasioni eccezionali. Nel quotidiano, l'unica concessione all'esotico era la banana, facile da mangiare e da portare con sé per uno spuntino. Non va però dimenticato che in passato sono state esotiche anche le patate e il pomodoro, gli agrumi e le albicocche, le castagne e le melanzane, oggi consumati abitualmente”.

Per chi sia curioso di provarlo, l'alchechengi si presenta come una grossa ciliegia arancione dal gusto meno dolce, che ricorda i frutti di bosco. “È ricco di vitamina C, più del limone, e di pectina, fibra idrosolubile che, non venendo assorbita, aumenta la massa fecale contrastando la stipsi e nutre la flora intestinale, per cui funge da probiotico. Inoltre, sequestra colesterolo e zuccheri, per cui può aiutare la riduzione dei grassi nel sangue e della glicemia: è infatti ben nota l'azione delle fibre nel prevenire il diabete di tipo 2”, spiega il medico del Cnr. “La carambola, conosciuta come 'frutto stella' per la forma a cinque punte della sua sezione, può essere dolce o aspra: in tal caso però ha un alto contenuto di acido ossalico ed è quindi controindicata per chi presenta cristalli di ossalato nelle urine, base per i calcoli renali. Nei nostri mercati si trova soprattutto quella dolce, che è invece povera di zuccheri e ricca di potassio, sale minerale fondamentale per l'attività muscolare, per regolare il ritmo cardiaco e la pressione arteriosa. Contiene poi vitamina C e polifenoli, antiossidanti che neutralizzando i radicali liberi, riducono gli stati infiammatori e concorrono a prevenire invecchiamento patologico, infarto, ictus e tumori”.

Nel nostro Paese, in particolare in Calabria e Sicilia, si è diffusa la coltivazione della cirimoia, frutto a forma di cuore, dalle dimensioni di una mela e con la buccia verde. “È ricca di zuccheri, proteine e contiene vitamina C, potassio e calcio, utile per la prevenzione dell'osteoporosi”, continua il ricercatore. In Sicilia è diffusa anche l'okradetta gombo, simile al peperoncino ma di colore verde. “Pur essendo un frutto, non contiene molti zuccheri, quindi fornisce solo 33 calorie per 100 grammi; è invece ricco in vitamine quali tiamina, acido folico, B6 e B2. I suoi baccelli sono inoltre un'ottima una fonte di vitamina A, utile alla vista. È inoltre ricca di pectina, calcio e magnesio”, sottolinea Volpe. Simile al pompelmo ma più grande è il pomelo. “Come tutti gli agrumi, è ricco di vitamina C, ma ha anche di vitamina A, B1, B2, B3 e B6, mentre tra i minerali abbonda il potassio. Fornisce una buona quantità di vitamine anche il platano, simile alla banana ma con una consistenza diversa, che all'interno presenta semi duri e ha un gusto meno dolce, sebbene sia ricco di zuccheri. Fornisce più calorie di una banana, 122 vs. 90 per 100 grammi, contiene fibra, vitamine A, B e C, potassio, magnesio, fosforo, ferro”, conclude il medico del Cnr.

Per saperne di più: Video Web-tv Cnr

Fonte: Roberto Volpe, Unità prevenzione e protezione, tel. 06/49937630, e-mail: roberto.volpe@cnr.it

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