Cinema

Al cinema in difesa della foresta amazzonica

Una scena del film L'avamposto
di R. B.

Se ne parla nel documentario diretto da Edoardo Morabito “L’avamposto”, che racconta dell’attività svolta da un “eco-guerriero” per proteggere dagli incendi questo prezioso polmone verde del Pianeta. Con Paolo Cristofanelli e Mara Baudena, ricercatori dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr, abbiamo esaminato gli effetti delle fiamme - ma anche della deforestazione - sul clima e sull’ambiente

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Girato tra il cuore dell’Amazzonia e la City di Londra, il film “L’avamposto”, diretto da Edoardo Morabito, narra della battaglia sostenuta da Christopher Clark, un “eco-guerriero” scozzese che mira a salvaguardare la foresta Amazzonica, minacciata da incendi che rischiano di distruggere questo enorme e prezioso patrimonio naturale.

E proprio nel cuore della foresta l’uomo ha creato il suo “Avamposto del progresso”, un modello di società utopica basato sull’equilibrio tra natura e tecnologia. Ma, malgrado la sua battaglia, il governo locale rifiuta di creare una riserva e un nuovo grande incendio minaccia di distruggere un’altra parte di quell’area verde, oltre all’avamposto. Per opporsi a ciò e richiamare l’attenzione su questo enorme problema Chris decide di proporre un evento spettacolare: un concerto dei Pink Floyd dentro quell’inferno verde, in modo da convincere il governo brasiliano a istituire una riserva.

Si tratta di un’idea assurda, ma forse è l’unico modo per far sì che quel problema non venga ignorato dalle autorità e dalla gente.

Gli incendi della foresta Amazzonica, oltre a ridurre progressivamente l’estensione di quel prezioso polmone verde della Terra, provocano anche danni sulla qualità dell’aria e sul clima, come spiega Paolo Cristofanelli dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac) del Cnr: “Gli incendi forestali e agricoli rappresentano una sorgente di gas serra e specie inquinanti primarie e secondarie. La combustione della vegetazione libera infatti in atmosfera, oltre all’anidride carbonica (CO2), molte altre specie chimiche, fra cui il monossido di carbonio, gli ossidi di azoto e grandi quantità di aerosol atmosferico. Le specie prodotte direttamente dalla combustione possono ulteriormente interagire in atmosfera, producendo ozono e altri inquinanti secondari. È per questa ragione che gli incendi, in funzione della loro estensione, della quantità e tipologia di materiale bruciato e dell’efficienza della combustione influenzano la composizione dell’aria su estese aree spaziali, con impatti sulla salute umana e sulla variabilità del quantitativo atmosferico di sostanze clima-alteranti”.

Una scena del film L'avamposto

Per chiarire quanto forte sia l’impatto degli incendi sulla qualità dell’aria il ricercatore del Cnr-Isac aggiunge: “Le emissioni di CO2 dagli incendi che avvengono annualmente su tutto il Pianeta sono paragonabili a circa il 20% delle emissioni dovute all’uso dei combustibili fossili. A differenza del carbonio rilasciato dai combustibili fossili, su scale decennali, le emissioni degli incendi non sono considerate una sorgente netta sul budget del carbonio atmosferico, poiché spesso la ricrescita della vegetazione post-incendio compensa il quantitativo di carbonio emesso. Nei fatti, tuttavia, questo dipende da vari fattori, fra i quali le caratteristiche dell’ecosistema, l’utilizzo che viene fatto del suolo e gli effetti dei cambiamenti climatici”.

A minacciare l’Amazzonia non sono però solo gli incendi, ma anche una crescente deforestazione. “A determinarla è l'avanzare degli allevamenti verso l'interno della foresta, spinti a loro volta dalla crescita delle coltivazioni intensive, nelle quali si produce per esempio moltissima soia per l'esportazione”, chiarisce Mara Baudena del Cnr-Isac. “Gli incendi sono quindi solo un sintomo di un problema ben più ampio. La foresta Amazzonica, molto umida, non brucerebbe naturalmente, le aree deforestate invece sono da un lato più suscettibili in quanto molto aperte e piene di legno degli alberi abbattuti; dall'altro il fuoco viene anche usato per portare avanti la deforestazione. È quindi più facile che gli incendi avanzino anche nella foresta vergine dalle vicine aree deforestate, favoriti dalle siccità, che sono sempre più comuni a causa del cambiamento climatico in corso”.

Numerosi sono gli effetti negativi di queste calamità che colpiscono questa preziosa area verde sia sulla riduzione della biodiversità che sul clima globale. “L'Amazzonia è un grande assorbitore di CO2 a livello globale, ma ora purtroppo alcune zone hanno cominciato a emettere più anidride carbonica di quanta ne assorbano. Inoltre, la diminuzione della foresta provocherà un calo delle precipitazioni dell'area, dal momento che essa crea una larga parte della propria pioggia; una nostra stima arriva a indicare che il 55-70% della pioggia nell'area sarebbe persa se tutta la foresta venisse tagliata, con conseguenze anche per il resto del continente sud americano”, conclude l’esperta.

La scheda

Titolo: L’avamposto

Regia: Edoardo Morabito

Cast: Christopher Clark

Distribuzione: Luce Cinecittà

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