Cinema: Uguali ma diversi

Quella perdita della memoria che ci cambia

Una scena del film The eternal memory
di R. B.

A parlarne è il film-documentario “The eternal memory” di Maite Abelardi in cui uno dei due protagonisti, l’ex giornalista cileno Augusto Góngora, è affetto dall’Alzheimer, una malattia che cancella progressivamente i ricordi, ma che presenta anche altri sintomi invalidanti quali depressione, deliri e allucinazioni, come spiega Alessandro Sale dell’Istituto di neuroscienze del Cnr

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Al centro del film-documentario in questi giorni nelle sale “The eternal memory”, diretto da Maite Abelardi, c’è la vita di Augusto Góngora, noto giornalista e presentatore televisivo cileno, e di sua moglie Paulina Urrutia, attrice teatrale, cinematografica e televisiva, oltre che attivista politica, impegno che l’ha portata a divenire il primo ministro della cultura in Cile quando è stato creato il Ministero. La coppia è unita da un amore profondo, che dopo 25 anni di convivenza non è diminuito, ma sebbene il legame e l’affetto siano rimasti immutati nel tempo c’è qualcosa che rende diversa la loro vita: all’uomo è stato diagnosticato l’Alzheimer.

Questa forma di demenza ha, in genere, un inizio subdolo, che porta chi ne è colpito a dimenticare alcune cose, ma progressivamente lo stato del malato peggiora notevolmente, come spiega Alessandro Sale dell’Istituto di neuroscienze (In) del Cnr: “La patologia è caratterizzata da processi neurodegenerativi che portano a danni anatomici e funzionali in aree del cervello come l’ippocampo e la corteccia entorinale - strutture importanti per lo svolgimento di funzioni cognitive quali la memoria, il linguaggio e le capacità di ragionamento logico -, fino a provocare una completa compromissione della qualità della vita quotidiana e dell’autonomia dell’individuo”.

Il film, che racconta quattro anni di vita della coppia, alterna alle immagini del presente scene del passato, in cui si vede Augusto al lavoro, che parla della memoria come di un’arma potente contro le forze dell’autoritarismo, in particolare quelle del periodo di Pinochet.

Una scena del film The eternal memory

Una capacità, quella della memoria, che a lui sta venendo meno a causa della patologia. “I sintomi della malattia di Alzheimer non sono identici in tutti gli individui colpiti. Nelle fasi più precoci, molto diffusa è la perdita della memoria, soprattutto quella a breve termine, manifestazione che diviene progressivamente più marcata col passare del tempo”, chiarisce Sale. “La compromissione delle funzioni mnemoniche si accompagna, nel tempo, a disturbi del linguaggio e del sonno, depressione, disorientamento spaziale e temporale, difficoltà nel deglutire e camminare e, negli stati più avanzati, a deliri e allucinazioni”.

E la pellicola mostra l’evoluzione della malattia in Augusto che oggi, come ha raccontato la regista nel corso di un’intervista, “è molto diverso da quello che si vede nel film, non riesce più a muoversi e non parla”. Un peggioramento dovuto anche alle scarse possibilità di cura disponibili per combattere questa forma di demenza. “Purtroppo, non ci sono ancora terapie efficaci che possano prevenire o arrestare lo sviluppo dell’Alzheimer. Si conoscono invece molti fattori associati a un aumento del rischio di insorgenza, quali la pressione alta, l’eccesso di colesterolo, gli stati di sovrappeso e di diabete, l’infiammazione cronica e, ovviamente, l’avanzare dell’età”, precisa il ricercatore del Cnr-In. “Gli unici farmaci oggi esistenti, appartenenti alla classe degli inibitori dell’acetilcolinesterasi, sono in grado solo di espletare per tempi non duraturi un’azione di miglioramento del quadro sintomatologico della malattia e possono alleviarne le manifestazioni più invalidanti a carico del comportamento, come la depressione, i deliri e le allucinazioni”.

La sola cosa che si può fare per evitare di trovarsi nelle condizioni del protagonista di “The eternal memory” è dunque la prevenzione, che può essere effettuata mettendo in atto diverse azioni. “Importante è, soprattutto, il controllo dei fattori modificabili, perché legati allo stile di vita, per ridurre il rischio di sviluppare la patologia. Bisogna quindi seguire una dieta equilibrata e a moderato carico calorico, svolgere attività fisica costante ed effettuare una stimolazione cognitiva in contesti sociali ricreativi e appaganti. Oggi poi sono in corso programmi di intervento, come il “Train the Brain” dell’Istituto di neuroscienze del Cnr di Pisa, espressamente mirati all’ottimizzazione degli stimoli ambientali come strategia per combattere l’evoluzione verso forme di demenza grave in anziani con segni iniziali di disabilità cognitive”, conclude Sale

La scheda

Titolo: The eternal memory

Regista: Maite Abelardi

Cast: Augusto Góngora, Paulina Urrutia

Distribuzione: I Wonder Pictures

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