Focus: Conquiste scientifiche

L’hi-tech scende in campo

tecnologia in agricoltura
di Marina Landolfi

Le nuove tecnologie applicate all’agricoltura consentono di conoscere lo stato di salute del terreno e delle colture, migliorarne qualità e sostenibilità e ridurre l’impatto ambientale. Sensori e droni sono oggi destinati anche a controllare coltivazioni e produzioni in tempo reale, per interventi mirati su risorse e costi di gestione. Ne abbiamo parlato con Antonello Bonfante dell’Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo del Cnr

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L’agricoltura, come molti altri settori, sta vivendo un periodo di trasformazione digitale. L’uso di tecnologie innovative in ambito agricolo, la cosiddetta Agricoltura 4.0, ha portato la filiera agroindustriale a migliorare le prestazioni dei sistemi colturali, in termini di qualità e sostenibilità, e a ridurre l’impatto sull’ambiente. “L’apertura del mondo scientifico all’agricoltura ha generato una visione multidisciplinare dei sistemi agricoli, che ha consentito l’attuale sviluppo tecnologico e conoscitivo”, spiega Antonello Bonfante dell’Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo (Isafom) del Cnr. “Negli ultimi anni si è diffusa la consapevolezza che le risorse su cui si basano le produzioni agricole e la sussistenza mondiale non sono infinite, ma soggette a diversi fattori che minano il raggiungimento degli obiettivi produttivi, come il soil sealing, la degradazione del suolo, il cambiamento climatico e la siccità. Tale consapevolezza è alla base dei Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite e della Sustainable Crop Production Intensification (Scpi), Strategic Objective A della FAO. La necessità di definire modelli agricoli sostenibili, esportabili in diversi contesti ambientali e sociali, capaci di ridurre i costi ambientali e aziendali e garantire la resilienza delle aziende e delle aree rurali, è oggi necessaria per garantire la food security”.

Le macchine agricole sono sempre più orientate a efficienza e sensibilità, all’ottimizzazione dei consumi e a integrare le più moderne tecnologie. Coltivazioni e produzioni sono ormai destinati a essere monitorati e controllati dalle nuove tecnologie per supportare il processo decisionale, come l’uso di sensori, di trattori intelligenti, di droni, monitor touchscreen, sistemi di telemetria, fitosanitari e acqua per fini irrigui. “La tecnologia informatica, accessibile a tutti, consente l’uso di sensori a basso costo, la formazione di nuove figure professionali a supporto del settore e l’accesso a servizi di mappatura della crescita colturale a diversa risoluzione spaziale e temporale, realizzati da satellite o da Unmanned Aerial Vehicles (UAVs). Inoltre, consente di avere in tempo reale indicazioni delle problematiche del campo, come la carenza di un nutriente o la presenza di un attacco fitopatologico, e di poter agire con sistemi mirati per la riduzione dell’impatto ambientale e dei costi di gestione” precisa il ricercatore. “Un esempio è dato dal progetto PON E-Crops, il cui principale obiettivo è contribuire allo sviluppo e alla diffusione dell’Agricoltura 4.0, attraverso tecnologie e metodologie innovative per gestire le colture e i rischi a cui sono esposte, e dal progetto PNRR del Centro nazionale per lo sviluppo delle nuove tecnologie in agricoltura ‘Agritech', che coinvolge 28 università, 5 centri di ricerca e 18 imprese, per un budget complessivo di circa 350 milioni di euro. L’obiettivo è combinare le migliori competenze scientifiche per rendere l'industria agroalimentare italiana più competitiva e sostenibile, promuovendo la transizione ecologica e digitale e formando la prossima generazione di studiosi e operatori del settore”.

Agricoltura 4.0

L’insieme di tutti gli strumenti tecnologici applicati in campo agricolo porta soluzioni innovative e diversificate, a seconda del comparto agricolo, con una più dettagliata conoscenza delle caratteristiche dei suoli e della specie vegetale. “Vengono incrementati nuovi sensori ed approcci, come nel caso del progetto MISE - Sensobio, in cui si sono sviluppati sensori ecocompatibili low-cost, basati sull’utilizzo della microelettronica e ottenuti da materiali tecnologicamente avanzati, distribuibili sul campo attraverso dardi rilasciati da drone, ad alta efficienza energetica e a basso costo ambientale, capaci di supportare l’agricoltura di precisione, a dimostrazione che un utilizzo di tali sensori nello sviluppare mappe ad alta risoluzione delle variabili rilevate consente di abbassare il numero di trattamenti fitosanitari nel vigneto con un guadagno ambientale e aziendale (incremento del reddito netto di circa il 20% per ha)” continua l’esperto. Tra le metodologie poco invasive e sostenibili, per il monitoraggio in vivo della pianta, è disponibile il sensore Bioristor (https://www.imem.cnr.it/AdR/1/360/Sensori-per-IOT-e-Sviluppo-Sostenibile/Agricoltura-intelligentea), capace di supportare la  gestione irrigua in aree con scarso accesso alle risorse idriche. “La sua peculiarità è l’implementazione nel fusto della pianta, restituendo in tempo reale e in continuo le condizioni di salute dell’arbusto. Bioristor è un esempio virtuoso di trasferimento tecnologico, da cui è nato uno Spinoff del Cnr, il Plantbit”, conclude Bonfante. “L’approccio scientifico moderno è multidisciplinare e rivolto a fornire gli strumenti di monitoraggio commisurati al sistema pedoclimatico e colturale. In tale contesto va rimosso l’apporto della ricerca genetica e del phenotyping colturale che, si adopera per migliorare le risposte produttive, difensive e adattative delle principali colture agricole. Inoltre, va sottolineato che tutte le soluzioni attualmente disponibili hanno portato a un incremento dell’accesso alla tecnologia nei sistemi produttivi agricoli, raggiungendo nel 2022 il tetto dei 2 miliardi di fatturato, con una superficie agricola coltivata con strumenti digitali pari all’8% del totale (Osservatorio Smart Agrifood)”.

Fonte: Antonello Bonfante, Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo, antonello.bonfante@cnr.it