Narrativa

Un noir nel bianco dei ghiacci

di Marco Ferrazzoli

In 'Artico nero', Matteo Meschiari sottolinea come l'estremo nord della Terra sia teatro di terribili tragedie: dalle devastazioni ambientali al colonialismo, fino allo sfruttamento feroce

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'Artico nero' di Matteo Meschiari propone un'ottica diametralmente capovolta, rispetto al condizionamento culturale per il quale si tende a considerare quasi sempre il Sud l'area del pianeta dove gli esseri umani e la natura soffrono di più; l'Amazzonia deforestata, il Sudamerica politicamente instabile, l'Africa flagellata da secoli da malattie, sfruttamento, povertà e guerre, le megalopoli dei cosiddetti Terzo e Quarto Mondo, il Magreb e il Medio Oriente associati al fondamentalismo islamico, a conflitti atavici, a derive satrapiche e totalitarie… Per quanto siamo consci che l'idea di Meridione sia relativa, le immagini dei grandi problemi planetari ci portano tendenzialmente a guardare verso il basso: si pensi solo alle epocali migrazioni degli anni recenti. Con altrettanta stereotipata associazione, il Nord è identificato con il benessere economico, le garanzie sociali, la qualità dei servizi, la cultura liberale, la tolleranza e l'apertura multiculturale. Germania vs Grecia, potremmo dire, usando come metafora il celeberrimo derby interno all'Unione tra la squadra del rigore e quella delle deroghe ai parametri comunitari.

Questo libro, invece, invita a riflettere su quanto proprio all'estremo Nord della Terra, in Artico, si siano consumate e si stiano consumando alcune delle tragedie peggiori della contemporaneità che in Artico si registra la più alta percentuale mondiale di suicidi di minori. In questo teatro estremo ed esotico si sono compiuti pogrom e persecuzioni, storie di devastazioni ambientali, colonialismo e sfruttamento feroci quanto altre ma molto meno note: pensiamo alla repressione attuata da Stalin contro i Nenet, ma anche quella che ha avuto per vittime i Sani, uomini per i quali “il vento deve soffiare nel naso”. È proprio l'irriducibilità di queste popolazioni ad alcuni dettami della cosiddetta civiltà occidentale come la scolarizzazione e la sedentarietà ad averle costrette alla perdita della lingua, della cultura e della religione tradizionali.

'Artico Nero' si sviluppa in sette storie collocate intenzionalmente tra il saggio e il romanzo: una “antropo-fiction” con un doppio registro narrativo che consente all'autore, docente all'Università di Palermo, di utilizzare come fonti anche semplici dicerie, dichiarandole come tali. D'altronde, queste latitudini estreme hanno già molto ispirato la letteratura fantascientifica, con la quale la realtà è sembrata talvolta entrare in diretta concorrenza: per esempio, è cronaca del 2016 in Siberia l'esplosione di un'epidemia di antrace che ha tutti i contorni del noir più inquietante.

Alcuni Paesi che si affacciano sul circolo polare e che sono spesso motivatamente citati come modelli di civiltà e democrazia – Canada, Stati Uniti, Norvegia, Danimarca… - vengono qui mostrati in una luce inquietante. Va ricordato che anche l'Italia, con la base Dirigibile Italia del Cnr alle Isole Svalbard, conta in Artico una presenza limitata ma simbolicamente importante, poiché proprio riservando sempre maggior peso alle attività di ricerca è possibile salvaguardare l'identità ambientale e culturale queste lande ai confini del mondo. Un po' secondo il modello per cui, grazie ad alcune convenzioni internazionali, l'Antartide è mantenuto quale “terra di pace e di scienza”.

 

titolo: Artico Nero
categoria: Narrativa
autore/i: Meschiari Matteo 
editore: Exòrma
pagine: 166
prezzo: € 14.50

 

 

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