Teatro

A Copenaghen si discute di etica della scienza

Un momento dello spettacolo Copenaghen
di Rita Bugliosi

Dopo essere stato rappresentato in oltre trenta Paesi, ‘Copenaghen' arriva in Italia, e dall'11 al 23 maggio è in scena al teatro Eliseo di Roma

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Dopo essere stato rappresentato in oltre trenta Paesi, ‘Copenaghen', arriva in Italia e dall'11 al 23 maggio è in scena al teatro Eliseo di Roma. Interpretata da Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice, l'opera teatrale di Michael Fryn narra dell'incontro, nella città danese occupata dai nazisti, tra i due fisici premi Nobel Neils Bohor, ebreo danese, e Werner Haisenberg, tedesco, che formulò per primo il principio di ‘indeterminazione', in presenza della moglie del primo, Margrethe. La vicenda si dipana come un thriller scientifico-politico, una disputa etico-scientifica a tre voci alla vigilia dell'uso della bomba atomica nella seconda guerra mondiale.

L'evento è realmente accaduto nel 1941, il testo teatrale si allontana però dai dati storici quando suppone che, anni dopo, i due protagonisti si ritrovino a discutere di questioni quali i rapporti fra potere politico e scienza; del condizionamento delle scelte etiche sul progresso scientifico e dei limiti e delle responsabilità morali di chi si dedica alla ricerca scientifica.

Questioni attuali e ancora oggi dibattute. "L'obbligo, prima di tutto verso se stessi, di fare il proprio lavoro ‘in scienza e coscienza' e di ‘contribuire al progresso materiale e spirituale della società' è previsto dall'art. 49 della Costituzione", sottolinea Rosalia Azzaro Pulvirenti, dell'Istituto di ricerca sull'impresa e lo sviluppo del Cnr di Roma. "In quest'ambito, la civiltà giuridica europea ha raggiunto notevoli livelli di tutela circa la sperimentazione sull'uomo e il principio di precauzione per l'ambiente".

Un momento dello spettacolo Copenaghen

La bioetica ha introdotto importanti novità", prosegue Azzaro, "prima fra tutte il rendere conto dei risultati ottenuti e delle risorse utilizzate, non solo ai propri pari e alle autorità, ma anche alla società civile, all'opinione pubblica. Chi vuol fare scienza in clima di deregulation ricorre alla disinformazione scientifica, che danneggia l'interesse della gente, rallenta lo sviluppo e influenza l'allocazione delle risorse in modo non appropriato". Un esempio di informazione non completa su un tema eticamente sensibile, la sperimentazione su cellule staminali umane, "espressione che può comprendere le staminali adulte, quelle fetali, da cordone ombelicale e le cellule embrionali: solo quest'ultimo caso è quello che implica problemi etici, perché comporta la distruzione dell'embrione umano chiamato all'esistenza tramite procedimenti in vitro".

Pur parlando di particelle atomiche e fisica quantistica, lo spettacolo tratto dal testo di Fryn riesce ad appassionare, grazie anche all'ottima interpretazione dei tre attori: una Giuliana Lojodice arguta e aggraziata, un Popolizio intenso e sobrio nei panni di Heisenberg e un Orsini capace di disegnare con maestria un ombroso e impenetrabile Bohor. Il tutto diretto da un bravo Mauro Avogadro che ha saputo mettere in scena in modo convincente un ‘processo privato' a porte chiuse che fa incontrare e scontrare i tre personaggi centrali dell'opera.

La scheda

Titolo: Copenaghen

Regia: Mauro Avogadro

Dove: Teatro Eliseo, Roma

Quando: dall'11 al 23 maggio 2010

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