Televisione

La controversa scoperta della penicillina

Locandina del documentario Vincenzo Tiberio
di Rita Bugliosi

Un documentario diretto da Claudio Rossi Massimi racconta come il medico Vincenzo Tiberio abbia individuato prima dei premi Nobel Fleming, Chain e Fleury, le proprietà curative delle muffe. Ancora oggi però la paternità di questo importante risultato scientifico è attribuita ai soli studiosi stranieri 

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Riscrivere la storia della scoperta della penicillina. È questa la finalità del video 'Vincenzo Tiberio', diretto da Claudio Rossi Massimi e prodotto da Lucia Macale della Imago film e ora disponibile on line.

A raccontare la genesi della scoperta, ma anche la vita e la personalità di Tiberio, nel documentario sono: i nipoti Anna Zuppa Covelli, microbiologa, e Giulio Carone, medico; Salvatore De Rosa, ricercatore dell'Istituto di chimica biomolecolare (Icb) del Cnr e l'ammiraglio Vincenzo Martines, direttore generale della Sanità militare italiana. Tiberio, nato nel 1869 a Sepino (Cb) da una famiglia agiata, iscrittosi alla facoltà di Medicina dell'Università di Napoli, si trasferisce ad Arzano (Na) a casa dello zio. È proprio qui che, osservando un pozzo nel quale viene raccolta l'acqua piovana utilizzata per bere, nota come vi si formino spesso muffe verdastre che vengono periodicamente eliminate: quando ciò avviene, però, le persone che bevono quell'acqua si ammalano di gastroenteriti, mentre quando le muffe ricompaiono i disturbi passano. Il giovane intuisce il nesso tra i due eventi, preleva quindi alcuni campioni di muffe, le esamina e scopre che queste liberano sostanze che inibiscono lo sviluppo dei batteri.

Per avere conferma della sua intuizione compie esperimenti su topi, infettati da lui, che guariscono quando viene loro iniettata la muffa. Nel 1895, dopo la laurea, Tiberio pubblica sugli 'Annali di igiene sperimentale' la sua ricerca, ma la pubblicazione viene ignorata dal mondo scientifico e accademico. È allora che lo scienziato, deluso e desideroso di allontanarsi da Arzano (anche per dimenticare la cugina Amalia di cui è innamorato ma che, teme, non verrà autorizzato a sposare), si arruola nella Marina militare, rinunciando alla carriera accademica. Una scelta che, ricorda l'ammiraglio Martines, “lo porta a solcare tutti i mari e gli oceani, a partire dal Mediterraneo che attraversa a bordo della corazzata Sicilia”.

La scelta di arruolarsi è dettata anche dal fatto che, sottolinea la nipote, “gli ospedali militari erano molto più attrezzati per la ricerca scientifica rispetto a quelli pubblici e avevano più fondi”. La sua attività scientifica prosegue infatti a bordo: è in questo periodo che Tiberio pubblica altri due importanti studi, uno sull'alimentazione più adatta da somministrare al personale imbarcato, l'altro sulla corretta ventilazione delle navi. Ed è sempre mentre è arruolato in Marina che, il 28 dicembre 1908, si verifica il terremoto che distrugge le città di Messina e Reggio Calabria e che porta Tiberio a occuparsi dei feriti delle città terremotate ospitati sulla nave ospedale Campania. Nel 1911 lo studioso molisano è inviato a Tobruk, in occasione della conquista italiana della Libia, e qui si prende cura dei marinai, svolgendo opera di prevenzione del tifo grazie alla vaccinazione. Tiberio muore il 7 gennaio 1915, a soli 46 anni, per le complicanze sopraggiunte a seguito di un'influenza mal curata, senza veder riconosciuti i meriti della sua scoperta.

Una scoperta sicuramente nota a Fleming, come ricorda nel documentario anche il ricercatore del Cnr De Rosa: “Fleming, Florey e Chain (i tre studiosi premi Nobel per la scoperta della penicillina, ndr), erano a conoscenza dei lavori pubblicati precedentemente sul potere antibiotico di questi funghi, perché Napoli era a quei tempi un centro culturale che attirava molte persone”.

Ancora oggi però la paternità della scoperta della penicillina è attribuita al solo Felming, e a Vincenzo Tiberio, come lamenta la nipote, "manca un riconoscimento a livello internazionale”.

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