Saggi

Il futuro? È relativo. E quantistico

di Marco Ferrazzoli

Il domani è “aperto” oppure gli eventi passati marcano un'impronta deterministica? Lo scorrere del tempo è realtà o illusione? I filosofi dibattono da sempre su dubbi del genere, dividendosi tra presentisti, incrementisti, erosionisti ed eternisti… Ma questi temi – spiegano Samuele Iaquinto e Giuliano Torrengo - assumono nuove valenze alla luce delle acquisizioni più recenti della fisica, come la relatività speciale e la quantistica

Pubblicato il

Il futuro è “aperto” oppure gli eventi passati hanno marcato un'impronta deterministica, che rende ineluttabilmente il presente ciò che è? Lo scorrere del tempo è una caratteristica della realtà o una mera illusione? La filosofia si dibatte da sempre tra dubbi del genere. I “presentisti” sostengono che esista solo ciò che è qui e ora: non, pertanto, i dinosauri (oggi) o i canguri (in Italia). I pensatori “incrementisti” affermano che esista anche ciò che è passato, quindi i dinosauri, ma non quanto deve ancora arrivare, per esempio un bambino che nascerà nel 2023: è la “growing block view” o “teoria del blocco crescente”. Altri ancora, specularmente, pensano che sia il passato a non esistere più: è la posizione “erosionista”, secondo cui il futuro è costantemente “eroso” dallo scorrere del tempo.

Infine, per l'“eternismo”, passato, futuro e presente non si distinguono, anche se il passaggio del presente “illumina” dinamicamente un solo istante alla volta. Ogni cosa, cioè, ha proprietà “tensionali” che perde allorchè diventa presente, così come subito dopo perde la proprietà presente per acquistare quella di essere passato. Quest'ultima teoria si divide in due forme A e B: la seconda considera l'universo un unicum in cui non ci sono proprietà ma relazioni del “precedere” e “seguire temporalmente”.

Questi quattro tipi di ontologia temporale assumono nuove valenze alla luce di acquisizioni della fisica moderna come la relatività speciale, secondo cui il tempo rallenta man mano che ci si avvicina alla velocità della luce, oppure del principio di sovrapposizione per il quale un atomo allo stato quantistico può occupare più posizioni differenti, finché non sia effettuata un'osservazione del sistema quantistico. E la luce ha non solo la caratteristica di non poter essere superata ma anche quella di essere la stessa relativamente a ogni sistema di riferimento. Questo fa sì che ciò che è futuro dal punto di vista di un osservatore può risultare presente o passato per un altro osservatore. Samuele Iaquinto e Giuliano Torrengo propongono un'ampia e articolata dissertazione sulla 'Filosofia del futuro', che investe concetti quali verità e libertà, conoscenza ed evidenza scientifica. Un saggio che richiede attenzione adeguata al tema, interessante ma complesso. La relatività presa alla lettera, per esempio, ci dice che la simultaneità assoluta è un'impossibilità fisica. Tutt'altro che banale anche la persistenza di un'entità attraverso il tempo: un tavolo di cui abbiamo cambiato il colore “è qualitativamente diverso da prima senza tuttavia cessare di essere lo stesso tavolo”.

Per quanto riguarda il determinismo, poi sappiamo che lo scorrere del tempo altera inevitabilmente il futuro. Ma che senso? Un conto è dire che “le leggi fisiche non lasciano spazio ad alternative e quindi 'chiudono' il futuro”, altra è la questione “della nostra capacità di influenzare il futuro e della nostra libertà di farlo”: se cioè abbiamo davanti una dimensione ramificata, con più alternative possibili, o lineare. In questo secondo caso, il determinismo distrugge o meno la libertà di azione e la responsabilità morale? Se assumiamo un modello ramificato, le nostre scelte rappresentano una “potatura” e, più che di “universo”, dovremmo parlare di un “multiverso” potenziale in cui a realizzarsi sarà però un solo futuro. Il volume tocca poi temi quali i viaggi nel tempo della fantascienza, la relatività speciale con il cosiddetto “paradosso” dei gemelli, e l'altro paradosso, sfruttatissimo nella fiction, della persona che con una macchina del tempo vuole uccidere suo nonno prima che generi suo padre.

Tra gli aspetti e le definizioni meno immediati contenuti nel libro i “vermi quadridimensionali” al centro del dibattito tra perdurantisti ed exdurantisti, la “struttura topologica del futuro”, le “teorie nomologicamente deterministe”. “Il dibattito filosofico sul futuro”, dichiarano francamente Iaquinto e Torrengo, “è particolarmente complesso”. Ma non per questo meno interessante.

 

 

titolo: Filosofia del futuro
categoria: Saggi
autore/i: Iaquinto Samuele, Torrengo Giuliano 
editore: Raffaello Cortina
pagine: 170
prezzo: € 17.00