Saggi

I francesi (e non solo), che passatisti!

di M. F.

Antoine Compagnon tratteggia una panoramica limitata ma interessante per capire come l'atteggiamento condannato all'inizio del XX secolo dalla Chiesa permei ambiti culturali anche distanti dal cattolicesimo: “Gli antimoderni ci seducono”

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Come ci è già capitato di scrivere sull'Almanacco, le nozioni di progresso e modernità non vanno più molto di moda, per usare un gioco di parole: un tema affrontato tra le altre nelle opere di AttaliAltiniBoni, ma anche da Arjun Appaduraj (Modernità in polvere), Peter Wagner (Modernità, comprendere il presente) e tanti altri. Come dicono Elio Cadelo e Luciano Pellicani riferendosi alla situazione in Italia, è anzi in voga un'antimodernità che investe la stessa ricerca scientifica, cioè quegli avanzamenti di conoscenza un tempo considerati le pietre miliari dello sviluppo umano.

A 'Gli antimoderni' dedica un saggio Antoine Compagnon che ora esce in traduzione italiana per Neri Pozza concentrato in modo esclusivo sugli autori e sulla cultura francesi, come spesso capita nella saggistica d'Oltralpe. Si tratta quindi di una panoramica limitata ma interessante per capire come l'atteggiamento sancito all'inizio del XX secolo da parte di papa Pio X nell'enciclica 'Pascendi' - una delle ultime condanne contro le eresie emanate dalla Chiesa - permei ambiti culturali anche distanti dal cattolicesimo: “Gli antimoderni ci seducono. La Rivoluzione francese appartiene al passato”, afferma secco l'autore, “Sembra che essa non abbia più niente da insegnarci”. Il problema almeno in parte sta proprio qui, nella protratta e fuorviante coincidenza tra il pensiero illuministico e positivistico, con le sue ingenuità ideologiche, e l'idea di crescita culturale, sociale, civile, economica, scientifica e tecnologica dell'uomo, che ha finito per estendere alla seconda la critica rivolta al primo e per ammantare la “tradizione” di un particolare fascino: “Credendola perduta ne abbiamo avvertito di più la necessità e la bellezza”. In realtà, più correttamente, dovremmo qui usare il termine di conservazione o nostalgia e anche qui si perpetua un'errata sinonimia foriera di altre confusioni, poiché il vero sviluppo avviene sempre nel solco della tradizione, cioè nel riconoscimento dei passi compiuti e degli errori commessi in passato, in una dinamica di superamento.

“Quasi tutta la letteratura francese dei secoli XIX e XX preferita dalla posterità è se non proprio di destra, quanto meno antimoderna”, aggiunge Compagnon citando i nomi di Joseph de Maistre, Chateaubriand e Baudelaire ma con una considerazione estendibile all'Italia e all'Europa tutta, se si guarda alla filosofia e alla letteratura degli ultimi due secoli. Ed è condivisibile almeno come provocazione la battuta secondo cui “Senza l'antimoderno il moderno andrebbe in rovina perché gli antimoderni sono la libertà dei moderni”.

 

titolo: Gli antimoderni
categoria: Saggi
autore/i: Compagnon Antoine 
editore: Neri Pozza
pagine: 501
prezzo: € 28.00

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