Saggi

Dalla carta al digitale, evoluzione o rivoluzione?

di Marco Ferrazzoli

L'ebook ne è il naturale compimento del libro, oggetto fondamentale come pochi altri nella nostra storia? A conferma di tale interpretazione, il volume di D'Andrea e Lombardinilo fornisce molti dati. Ma i due autori spiegano anche come le innovazioni tecnologiche abbiano trasformato la testualità e rafforzato la comunicazione a “patchwork”

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Il digitale rappresenta una rivoluzione mentale, culturale e pratica, come già fu per l'invenzione della scrittura avvenuta 5.000 anni fa, la stampa a caratteri mobili, la telegrafia senza fili, il cinema o la fotografia. Ma ancor più dei media precedenti, esso rende obsoleta la tradizionale ripartizione tra modalità, supporti e canali della comunicazione: carta-stampa-lettura, radio-suono-ascolto, schermo-tele-visione… In questa contingenza che fine fa il libro cartaceo? Fabio D'Andrea e Andrea Lombardinilo hanno ragionato intorno a questo tema producendo un compendio sintetico ma denso di riflessioni e informazioni: 'Il libro tra carta e pixel'.

Il libro è un oggetto fondante della nostra storia: basti pensare alla funzione che assume nelle religioni abramitiche, al meccanismo di “dimenticanza” che attiva nel lettore, all'“estensione della facoltà visiva” e del “punto di vista fisso” che esso consente, alla funzione della lettura quale “metalinguaggio di un mondo assente”. Nel saggio, il libro cartaceo viene rievocato con rimpianto: D'Andrea paventa un “programma di autodistruzione di cui è difficile scorgere il fondamento razionale”, Lombardinilo constata che “un testo a stampa, al pari di un vinile d'annata, rappresenta il retaggio di un'epoca”. D'altro lato, però, gli autori evidenziano la straordinaria contemporaneità di questo “primo vero medium portatile”, rispetto al quale l'ebook appare “il naturale compimento di un processo durato secoli, se non millenni”.

A conferma di tale interpretazione evolutiva sono citati alcuni dati Istat e dell'Associazione italiana editori, da cui si evince come i lettori di libri navighino in Internet molto più dei non lettori, così come frequentano, usano e praticano di più musei, monumenti, concerti, teatri, giornali, sport. La lettura di libri continua cioè “a rappresentare un ponte, se non una vera e propria porta di accesso, a una gamma articolata di pratiche culturali”, e per contro la non lettura coesiste “con altre pervasive forme di esclusione”. I numeri Aie dicono peraltro che la diffusione dei libri stampati in Italia è tornata a crescere in parallelo al calo dei lettori di ebook, anche tra i giovani.

Allora il digitale è – almeno per la lettura – una semplice tappa e non una soluzione di continuità epocale? Le cose non sono così semplici. I due autori evidenziano come le innovazioni tecnologiche, editoriali e relazionali degli ultimi anni, dai social network ai dispositivi mobili, abbiano trasformato la testualità (si pensi ai messaggi istantanei), con il rischio “di smarrire quella riflessività e quella lentezza che la lettura pura richiede”, e rafforzato la tendenza della comunicazione a farsi patchwork di strumenti, mezzi, prodotti diversi. L'affermazione di “supporti diversi della parola scritta” comporta “effetti negativi sulla comprensione, sul ragionamento deduttivo, l'analisi critica, la riflessione e l'intuizione”: il preoccupante decremento della literacy, la capacità degli individui di comprendere e interpretare il significato dei testi scritti.

Questo processo si incrocia poi con altre dinamiche, avverte il saggio (talvolta con toni un po' tecnofobici). Intanto il “culto della macchina” e la “riduzione dematerializzante che l'Occidente tecnologico ha intrapreso”; poi l'unicità dell'opera d'arte e l'uso del libro come “medium politico e ideologico” evidenziati rispettivamente da Benjamin e McLuhan; l'informazione come “spettacolarizzazione” e “misconoscimento del mondo”, secondo l'interpretazione di Baudrillard; infine, l'affermazione della letteratura come “rivelazione privata” per cui la “notizia di cronaca cede lentamente il passo” all'interesse psicologico.

In sostanza, il digitale amplifica la prevalenza, già insita nella lettura analogica della percezione individuale e dell'immaginario collettivo sul dato oggettivo, che è il protagonista solo apparente delle relazioni comunicative. In tal senso, come dicono D'Andrea e Lombardinilo, la lettura è sinestesia e “Non esiste un pensiero razionale puro, poiché emozione, sentimento, regolazione biologica hanno tutti un ruolo nella ragione umana”.

 

titolo: Il libro tra carta e pixel.
categoria: Saggi
autore/i: D’Andrea Fabio, Lombardinilo Andrea 
editore: Gechi
prezzo: € 10.00

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