Narrativa

Monaldi, Sorti e le fake news del '500

di M. F.

Un giallo storico-satirico, ambientato tra Italia e Germania, con protagonista un allievo di Leonardo. Ma tra i personaggi compare anche Copernico

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Rita Monaldi e Francesco Sorti, che nella nostra intervista sull'Almanacco abbiamo definito “due 'cervelli' letterari rientrati”, ha prodotto tra gli altri una trilogia storico-satirica dedicata a Giangiacomo Caprotti (Oreno 1480-Milano 1524), soprannominato Salaì (in riferimento al feroce Saladino) da Leonardo da Vinci, del quale il pittore fu apprendista, ragazzo di bottega e figlio adottivo. La storia comincia con un viaggio veramente compiuto dai due a Roma nel 1501 e si protrae fino alla misteriosa morte, dovuta ad un colpo di archibugio sparato da ignoti.

I tre romanzi ci riportano nel primo Cinquecento, tra Roma, Firenze e la Germania, in un'epoca che apre l'era moderna, ed esplorano processi storici come l'umanesimo, la riscoperta dell'antichità, la crisi del potere della Chiesa e la Riforma protestante, la saga familiare dei Borgia, la scoperta dell'America. Ma nello storytelling di Sorti e Monaldi si mescolano come sempre elementi storici, di attualità e di fantasia, dal nazismo al complottismo. Si pensi solo all'esergo firmato da Alfred Einstein, ma inventato di sana pianta dagli autori: "Quando parla il sapiente, la gente ascolta la verità. Quando parla il buffone, la capisce“.

Questo primo volume della trilogia, 'I dubbi di Salaì' (i successivi titoli sono 'L'uovo di Salaì' e 'La Riforma di Salaì') è uscito nel 2007 in Olanda ed è stato solo adesso portato in libreria in traduzione italiana da Baldini&Castoldi. I successivi volumi usciranno nel 2018. Oltre a Leonardo e a papa Alessandro VI, i lettori incontreranno Nicolò Machiavelli e l'astronomo e matematico polacco Niccolò Copernico, oltre ad altri personaggi solo relativamente minori. 'I dubbi di Salaì' parte da un'invenzione letteraria, quella di 68 lettere scritte dal protagonista, che gli autori dichiarano di avere appena riscoperte (tirando in ballo anche il grande italianista Nino Borsellino): un pretesto per dare voce proprio a Salaì, giovane scapestrato, ignorante e donnaiolo che racconta in prima persona le sue peripezie, con piglio picaresco e linguaggio maccheronico. Il romanzo deve molto a Rabelais, Teofilo Folengo e Luigi Pulci, fino allo sbracatissimo crociato Brancaleone di Mario Monicelli. Tra black legend e fake news, Monaldi & Sorti faranno capire al lettore come la produzione di falsi non sia certo nata oggi.

In finale di romanzo un'appendice storica rivela la finzione e illustra le fonti utilizzate e i fatti storici in una dichiarata polemica con autori come Dan Brown, reo di aver ridotto Leonardo a protagonista di trame esoteriche, e della fiction storica "zeppa di tenebrose abbazie, efferati omicidi, manoscritti perduti, arcani simboli magici, monaci incappucciati che nell'ombra brandiscono un pugnale e una spruzzata di latinorum". Più vicino ai due autori, forse, l'insegnamento di Arthur Conan Doyle, quanto meno per la coppia investigativa, anche se qui Leonardo è del tutto incapace di condurre le proprie indagini senza l'aiuto del giovane.

 

titolo: I dubbi di Salì
categoria: Narrativa
autore/i: Monaldi Rita, Sorti Francesco 
editore: Baldini & Castoldi
pagine: 416
prezzo: € 22.00

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