Narrativa

Se Dio va in terapia

di Marco Ferrazzoli

L'insolita situazione è proposta da Anat Gov nel libro ‘Oh Dio mio!' in cui l'Onnipotente si rivolge a una scettica psicoterapeuta

Pubblicato il

Non c'è forse pratica terapeutica più legata alla cultura ebraica della psicanalisi. Ma cosa accade se, a rivolgersi a un'analista, è lo stesso Dio? Un'autrice israeliana purtroppo precocemente scomparsa, Anat Gov, ha costruito un breve dialogo teatrale tra Ella, psicoterapeuta alquanto scettica, anche perché mamma di un bambino autistico, e il signor D, di anni 5.766. Per quanto quest'ultimo sveli la propria identità usando tutte le cautele, la donna dovrà superare un comprensibile shock prima di accettare l'idea di avere davanti agli occhi proprio l'Onnipotente che, in realtà, si rivelerà assai meno tale di quanto si pensi: scopriremo, anzi, che le fragilità e le contraddizioni divine sono del tutto simili alle nostre.

Il desiderio di essere amati guida infatti le nostre esistenze mortali come quella dell'Eterno, che per tale ragione commette errori molti simili ai nostri, come fece con Giobbe sottoponendolo a ogni sorta di vessazione per testarne la fedeltà. Il colloquio sarà però utile e la terapia avrà effetto: non soltanto sul paziente. Il testo – titolato in italiano come 'Oh Dio mio!' - è evidentemente impregnato del tipico, leggero, surreale e pungente umorismo yiddish.

 

 

titolo: Oh Dio mio!
categoria: Narrativa
autore/i: Gov Anat 
editore: La giuntina
pagine: 92
prezzo: € 10.00

Argomenti