Narrativa

Riflessioni sul fine vita

di Marco Ferrazzoli
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In un poeta anagraficamente e letterariamente maturo come Cesare Viviani è plausibile la riflessione, che segna le opere più recenti e quasi monopolizza quest'ultima raccolta 'Osare dire', sulle “cose ultime”, sulla “differenza di tempo di immersione / tra battezzare e annegare”, per dirla con un verso molto efficace. In tale riflessione il supporto della fede sembra essere sia ambito, con l'esortazione a “recitare una preghiera / in cui si pronunci la parola «sempre»” e la domanda “se fossimo nati per credere”, sia sminuito, con l'ironia verso il “fraticello” e il “suo amore per l'aria fritta e il cielo”. Ancor più evidente la contraddizione tra le pagine disincantate in cui si avverte che “oltre l'eternità […] non più persone, tanto meno il tu” e quelle dell'auspicio: “non mi privare della speranza / che un giorno tu possa essere vera”. Su certi temi, d'altronde, lo sconcerto è inevitabile, anche dal punto di vista pratico: “Il familiare sano che parla / del familiare malato è insopportabile / perché utilizza il vantaggio”, rispetto al dolore degli altri “assistiamo dalla tribuna / col posto numerato”, “li guardiamo andare, uscire, / noi restiamo qui”.

Può forse portare un contributo di senso risolutivo, invece, la natura, evocata in copertina del libro - “come vive il resto della natura, / vicino ai predatori e senza paura”, concetto ribadito nel verso “finché l'uomo non si fa natura / resta la paura” – e alla quale si suggerisce di affidare i dubbi sul nostro futuro: “Si è liberata la terra / di tutto il costruito dagli uomini / nel tempo. / E non è stato / per somma opera distruttiva / umana, / ma per un moto / di energia e durata incalcolabili, / un moto proprio”. Un messaggio realistico, quasi cinico, ma semplice, come lo stile aforistico e assertivo di Viviani, che conferma la scelta formale delle precedenti opere con una teoria di rime e ripetizioni ostentatamente banali, a evidenziare la distanza da qualunque strumento troppo retorico: “tanto – canto”, “Roma – automa”, “consiglio – coniglio”, ma anche “latte – latte”, “bosco – bosco”. Fino ad arrivare a un “Non vedevo il paesaggio intorno, / e al mio interno / non c'era Dio. / Mi rifugiavo in un pensiero pio”, nel quale francamente la provocazione convince meno. Lasciano perplessi anche alcuni eccessi occasionali - per esempio: “Ora so quanto ti sono costato, / vita” - ma la raccolta sicuramente non passa inosservata, nonostante il dubbio sull'opportunità di una miglior rifinitura.

 

 

titolo: Osare dire
categoria: Narrativa
autore/i: Viviani Cesare 
editore: Einaudi
pagine: 114
prezzo: € 11.00

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