Saggi

Che stress, questo stress!

di M. F.
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Il termine stress è mutuato dalla fisica ed è stato introdotto in medicina nel 1936 da Hans Selye come “risposta non specifica dell'organismo a ogni richiesta effettuata su di esso”. Com'è noto andrebbero distinti quello positivo detto “eustress” da quello negativo “distress”, al quale generalmente ci si riferisce e che ha ottenuto un'enorme diffusione in locuzioni come “stressare un concetto” oppure “non stressarmi”, inteso quale “non scocciarmi”.

Alla base dell'agile saggio di Simona Argentieri e Nicoletta Gosio 'Stress e altri equivoci' ci sono proprio le ragioni che hanno portato a tale successo, rendendo quest'espressione un luogo comune colloquiale alla pari di altre, dedotte dalla scienza, come “ce l'ho nel Dna” per indicare un atteggiamento innato. Ragioni molteplici, come accade in certi fenomeni culturali e di comunicazione, che investono tra l'altro il fascino dei concetti che fanno da “anello di giunzione fra psiche e soma”, spiegano le autrici, per il quale ogni malato localizza ingenuamente i suoi sintomi tra fegato, stomaco, colon. Ma anche studi come quello che rivelò su bambini di cinque-sei anni segni, sia pur iniziali, di rottura dei telomeri che in età adulta denotano a livello organico gli stati depressivi: in realtà le rotture avvengono pressoché di continuo e dunque il risultato era quasi scontato, ma offriva la possibilità di presentarlo come la prova provata di quel “logorio della vita moderna”, per dirla con una pubblicità famosa ancorché datata, che tanto piace alla sociologia contemporanea.

Il libro ricorda come Freud abbia parlato di “disagio della civiltà” per definire quella sorta di scambio tra rinuncia alla totale e immediata soddisfazione degli impulsi e garanzia di quella sicurezza che solo la convivenza normata può dare. Da qui, è relativamente breve il passo per cadere nel mobbing, la sindrome da burnout e quella del lunedì, tanto per citare solo alcune tra le mille cause potenzialmente stressanti, che però includono anche molti eventi teoricamente lieti quali il matrimonio, il successo, il trasferimento in una nuova casa o i lavori per abbellirla. È il trionfo di quella eziologia “deterministica” per cui diamo sempre la colpa di ciò per cui soffriamo al freddo o a un alimento, nell'illusione di avere “compreso un fenomeno per il solo fatto che gli si è assegnato un nome” e data una causa possibile.

 

titolo: Stress e altri equivoci
categoria: Saggi
autore/i: Argentieri Simona, Gosio Nicoletta 
editore: Einaudi
pagine: 128
prezzo: € 12.00