Narrativa

Se la guerra rende obesi

il volume Una forma di vita
di Rita Bugliosi

Mescola finzione e realtà ‘Una forma di vita', l'ultimo libro di Amélie Nothomb, la prolifica scrittrice belga le cui opere, tradotte in 15 lingue, costituiscono, sin dal romanzo d'esordio, ‘Igiene dell'assassino', casi letterari con centinaia di migliaia di copie vendute

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Mescola finzione e realtà ‘Una forma di vita',  l'ultimo libro di Amélie Nothomb, la prolifica scrittrice belga le cui opere, tradotte in 15 lingue,  costituiscono, sin dal romanzo d'esordio, ‘Igiene dell'assassino',  casi letterari con centinaia di migliaia di copie vendute.

Della Nothomb, per sua stessa ammissione, sappiamo che è una grafomane precoce, che ogni giorno si alza alle quattro di mattina e scrive per quattro ore, sostenuta solo da un forte tè nero, che riceve numerosa corrispondenza dai suoi lettori, alla quale risponde  diligentemente con carta e penna, evitando accuratamente il computer. E proprio da una lettera speditagli  da Melvin Mapple, "soldato di seconda classe dell'esercito americano... di stanza a Baghdad", prende avvio la narrazione. La missiva del militare colpisce la scrittrice, l'uomo le  confessa di soffrire "come un cane" e le chiede un po' di comprensione, convinto che lei lo capirà.

Tra i due inizia un carteggio nel quale Melvin le confessa il suo disturbo:  "Soffro di una malattia sempre più frequente tra le truppe americane inviate in Iraq... Sono obeso". All'origine del suo problema c'è la guerra: "Ho affrontato i miei primi veri combattimenti, con il lancio dei razzi, i carri armati, corpi che esplodono accanto a uomini che sei tu a uccidere. Ho scoperto il terrore. C'è gente coraggiosa che sopporta, io no. C'è gente che perde l'appetito per questo, ma la maggior parte, tra cui io, ha una reazione opposta. Torniamo dal combattimento stupefatti, sbalorditi di essere ancora vivi, spaventati, e la prima cosa che facciamo dopo esserci cambiati i pantaloni è buttarci sul cibo". Il rapporto con gli alimenti del protagonista è alterato: "Qualcosa si è rotto dentro di noi. Non è che ci piaccia mangiare così, ma è più forte di noi, potremmo ammazzarci di cibo, e forse è proprio quello che tentiamo di fare".

Il militare prende ben 100 chili e arriva a indossare una divisa XXXXL. Al centro della storia c'è proprio, più di ogni altra cosa, il suo corpo di 180 chili, insieme  ripugnante e affascinante, tanto che in una delle sue lettere la scrittrice propone all'uomo di trasformare in un'opera l'arte il suo disturbo, documentando con fotografie successive l'aumento progressivo di peso.

Sebbene nel volume i riferimenti all'attualità siano molti - si parla della guerra, del razzismo contro i diversi della violenza delle battaglie - la romanziera belga non abbandona neanche qui il suo sguardo originale alla vita, regalandoci  un colpo di scena che prepara  un finale imprevisto. Tipico del suo stile.

titolo: Una forma di vita
categoria: Narrativa
autore/i: Nothomb Amélie
editore: Voland
pagine: 116
prezzo: € 14.00