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Usa, "middle class" a rischio

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di Edward Bartolucci

Tanti cinquantenni americani poco istruiti sono progressivamente scivolati ai margini della società fino a sparire del tutto, vittime di malattie, dipendenze o suicidio. Gli economisti Anne Case e Angus Deaton, in "Morti per disperazione" (Il Mulino), lanciano un monito  

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Nel volume "Morti per disperazione" (Il Mulino), scritto insieme alla moglie Anne Case economista a Princeton, il premio Nobel per l'economia Angus Deaton documenta il lato oscuro del sistema capitalistico statunitense. A partire da un dato sorprendente per il Paese leader dell'Occidente: l'aspettativa di vita negli Usa non solo non ha seguito il consueto aumento degli scorsi decenni, ma tra il 2014 e il 2017 è addirittura peggiorata, anche se di pochi decimali, per la prima volta dal 1918.

Tra le cause, la crisi della “white middle class”: le morti per suicidio tra i maschi bianchi di mezz'età negli Usa è infatti in costante aumento da due decenni. Nello stesso periodo, questa fascia di popolazione ha visto crescere anche le morti per alcol e droga, e ha denunciato un peggioramento generale del proprio stato di salute, dovuto alle difficoltà ad accedere al sistema sanitario. Mentre la salute degli anziani è migliorata progressivamente, quella delle persone intorno ai 50 anni è nettamente peggiorata. Negli Usa quindi una fascia della popolazione muore per disperazione, come indica il titolo del libro. Si tratta di persone senza laurea o poco scolarizzata, che si considerano perdenti, con lavori mal pagati e precari, in alcuni casi completamente esclusi dal mondo della produzione, in genere impiegati saltuariamente nel settore dei servizi.

Un disagio vissuto in passato solo dalle minoranze etniche come quella afroamericana, che da razziale è divenuto più trasversale, andando a incidere anche sulla popolazione bianca meno istruita. Questa marginalizzazione va poi a ripercuotersi sulla sfera sociale e affettiva di questi individui che non riescono a metter su famiglia o se ce l'hanno, la perdono. Di qui il passo che porta alle dipendenze e ai suicidi è purtroppo breve. Deaton e Case lanciano quindi un monito contro quella globalizzazione che ha spostato progressivamente l'ago della bilancia dal lavoro al capitale. E avvisano il resto del mondo affinché non commetta gli errori fatti dal capitalismo made in Usa, che negli ultimi decenni ha funzionato solo in alcuni ambiti e per ristrette classi sociali, mentre in altri settori, come quello della salute e dell'istruzione, subisce un inesorabile inasprimento del divario sociale.

titolo: Morti di disperazione e il futuro del capitalismo
categoria: Saggi
autore/i: Case Anne, Deaton Angus
editore: il Mulino
pagine: 343
prezzo: € 28.00

  

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