Saggi

La rivoluzione del numero uno

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di Alessia Cosseddu

Nel volume "Idrogeno. Tutti i colori dell'energia" (Dedalo) Alessandro Abbotto, direttore del Dipartimento di scienza dei materiali dell'Università di Milano Bicocca, espone i vantaggi dell'utilizzo di questo elemento come combustibile per applicazioni emergenti, dal trasporto sostenibile allo stoccaggio di energia. E di cui sempre più spesso sentiamo parlare associato a diversi colori: grigio, blu, verde 

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È il primo elemento della tavola periodica di Mendeleev e possiede tanti primati: oltre a essere l'elemento più piccolo, è il più leggero e soprattutto il più abbondante rappresentando ben tre quarti dell'intera materia. È una risorsa estremamente versatile, infatti, lo si può utilizzare come materia prima per l'industria, come combustibile nei trasporti o anche per immagazzinare energia elettrica. Nelle varie applicazioni è sempre ad emissioni zero, ovvero non emette gas a effetto serra come la CO2.

Nel volume “Idrogeno. Tutti i colori dell'energia”, Alessandro Abbotto illustra tutto ciò che c'è da sapere su questo elemento. Poiché non è presente in quanto tale (sulla Terra non esistono giacimenti di idrogeno pronto all'uso), esso non rappresenta una fonte di energia come petrolio, sole o vento, bensì un vettore di energia e va quindi confrontato con altri vettori come ad esempio l'energia elettrica. Se lo si considera come combustibile a emissioni zero, il suo ruolo strategico nel percorso di decarbonizzazione risulta evidente. Quando l'energia utilizzata per la sua produzione proviene da fonti rinnovabili, allora si chiude perfettamente il cerchio della sostenibilità. In questo caso, infatti, anche l'idrogeno prodotto sarà a sua volta rinnovabile ed è l'unico combustibile a possedere questa caratteristica.

L'autore spiega anche come questo elemento sia associato a diversi colori (grigio, blu e verde) dovuti alla modalità di produzione che può derivare da fonti fossili o da acqua. Oggi domina il colore grigio, quello sporco. Quasi il 96% dell'idrogeno deriva infatti da fonti fossili e da idrocarburi e carbone che emettono nell'atmosfera centinaia di milioni di tonnellate di CO2. Quando lo stesso processo è accompagnato dalla cattura e dall'immagazzinamento della CO2 passiamo all'idrogeno blu che, in teoria, dovrebbe essere a neutralità carbonica perché la CO2 emessa viene poi rimossa. Tuttavia, poiché l'efficienza di cattura è solo del 50%, le emissioni sono semplicemente dimezzate. Da acqua ed energia elettrica, prodotta da fonti rinnovabili, si ottiene l'idrogeno verde, quello davvero pulito. Questo è l'unico metodo che azzera le emissioni climalteranti. Naturalmente, è indispensabile che l'elettricità utilizzata per ottenere idrogeno da acqua sia verde altrimenti non vi sarebbe alcun beneficio.

Abbotto sottolinea che “appare chiaro che nel breve periodo non potremo avere il 100% di idrogeno verde. Per quello dovremo aspettare ancora qualche decennio. L'intento europeo è di riuscire ad arrivare ai 10 milioni di tonnellate di idrogeno verde entro il 2030”. L'Europa ha intuito il suo ruolo chiave e lo ha delineato nella hydrogen strategy, che prevede l'utilizzo responsabile e in grande scala di questa risorsa, al fine di contribuire alla riduzione delle emissioni climalteranti. Per concludere con le parole dell'autore: “Dobbiamo decarbonizzarci a partire da noi stessi, dalla nostra testa e dalle nostre abitudini”.

 

titolo: Idrogeno. Tutti i colori dell’energia
categoria: Saggi
autore/i: Abbotto Alessandro
editore: Dedalo
pagine: 96
prezzo: € 11.50

  

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