Saggi

I formidabili mini-cervelli

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di Marco Ferrazzoli

Giorgio Vallortigara indaga i meccanismi e le origini evolutive dell'asimmetria cerebrale negli insetti, i quali svolgono funzioni complesse che erroneamente consideriamo una nostra prerogativa. Una questione importante dal punto di vista scientifico ma anche latamente culturale, poiché invertebrati come gli insetti secondo il pensiero comune non sono nemmeno “animali”

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Giorgio Vallortigara è sicuramente un uomo fortunato. Come i bambini che sono riusciti a diventare calciatori professionisti dopo averlo sognato sui campetti di periferia, o addirittura per strada, oggi svolge la stessa attività che lo appassionava quando, sin da piccolo, studiava con attenzione i formicaleoni, insetti effettivamente molto affascinanti per l'abilità ingegneristica e militare con cui costruiscono le cavità dove fanno precipitare le loro vittime, di cui si nutrono per lanciarne poi i resti fuori dal loro temibile e misterioso anfratto.

Su questa stessa linea entomologica, l'autore del curiosissimo “Pensieri della mosca con la testa storta” (Adelphi) si è negli anni successivi dedicato a indagare, assieme a un collega presso l'Università del Sussex, i ragni saltatori. È quindi passato all'Università del New England in Australia con la sua collaboratrice Lesley Rogers, rischiando anche grosso quando è andato a disturbare le api per i suoi studi. Ma la cosa più particolare di questa già avvincente ricerca scientifica è il focus: i meccanismi e le origini evolutive dell'asimmetria dei cervelli. “Il cervello delle api era forse asimmetrico come quello degli esseri umani e degli altri vertebrati?” si domanda il neuroscienziato. La forma cerebrale che permette di svolgere funzioni complesse, è una prerogativa umana? La questione è importante dal punto di vista scientifico ma anche più latamente culturale, poiché “Secondo la normativa in vigore nell'Unione Europea invertebrati come gli insetti non sono animali”, anche rispetto alla possibilità di “condurre esperimenti”, insomma “non sono considerati animali dalla legislazione vigente e spesso nemmeno secondo il pensiero comune”.

Oggi il laboratorio di Vallortigara accoglie, assieme agli ospiti tradizionali degli istituti di ricerca in neuroscienze come topi e ratti, anche api, bombi e moscerini della frutta (dei quali è già nota la fondamentale somiglianza genetica con l'uomo). “Come studioso dei sistemi nervosi e dei loro prodotti - le menti - m'interessa la lezione generale che possiamo ricavare analizzando questi cervelli miniaturizzati”, spiega. E i risultati che questo tipo di studi fornisce sono sconvolgenti per la nostra idea di intelligenza o coscienza: “Un'ape possiede nel ganglio encefalico novecentosessantamila neuroni. Con questo bagaglio limitato riesce a compiere prodezze cognitive” come “quella d'imparare a discriminare quadri di Monet da quadri di Picasso”. Ora, anche noi sappiamo riconoscere queste differenze: “Però il cervello umano possiede ottantasei miliardi di neuroni: il vero mistero non è come possa riconoscere i volti o i quadri di Monet bensì che cosa ne faccia di tutti quei neuroni che gli avanzano”.

In conclusione, “studiando i cervelli miniaturizzati di creature come le api o le mosche dovremmo riuscire a enucleare i principi di funzionamento basilari delle menti”. Ciò che si chiedeva anche Charles Darwin interrogandosi sulla coscienza del verme: “Abbiamo visto che i vermi sono timidi. Ci si può magari chiedere se la loro sofferenza quando vengono colpiti sia davvero così intensa come appare dai loro contorcimenti”.

 

 

titolo: Pensieri della Mosca con la testa storta
categoria: Saggi
autore/i: Vallortigara Giorgio 
editore: Adelphi
pagine: 220
prezzo: € 20.00

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