Saggi

Frate animale

di M. F.

Il rapporto tra “Religioni e animali” si declina in posizioni molto diverse. Le “religioni del libro” hanno diffuso una visione di tipo gerarchico e materialistica della natura ma lo scenario è complesso e mutevole: si va dal francescanesimo al principio della responsabilità, che sostiene lo sfruttamento responsabile della natura con l'intento di conservarla, mentre il buddhismo propone una continuità fra l'uomo e l'animale anche se non pretende che i monaci siano vegetariani

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Il rapporto tra “Religioni e animali” si declina in posizioni molto diverse rispetto al ruolo che l'uomo svolge nell'ordine del creato, della natura e degli esseri viventi. Ma come evidenzia Isabella D'Isola in questo saggio, le cosiddette “religioni del libro” hanno diffuso una visione di tipo gerarchico. Secondo Lynn White, la responsabilità del cristianesimo nel produrre una visione materialistica della natura è stata enorme, a fronte per esempio del paganesimo che, animandola, l'aveva spiritualizzata. In qualche misura quell'antropocentrismo resiste, se nel 1998, quando viene fondato l'European Christian Environmental Network, la Chiesa cattolica non vi aderisce, a differenza di altre confessioni cristiane.

Certo ci muoviamo in uno scenario complesso e mutevole, che per esempio un tempo contemplava più ampiamente i sacrifici animali o la differenza fra animali puri e impuri. Le sfumature odierne sono molte: per esempio il principio della responsabilità, che sostiene lo sfruttamento responsabile della natura con l'intento di conservarla, richiamato anche nel catechismo cattolico, oppure le tesi di Jonas riguardo ai doveri verso le generazioni future. C'è chi ritiene che i danni inflitti alla natura siano eticamente compensati dal benessere che ne ricaviamo, mentre il buddhismo propone una continuità fra l'uomo e l'animale determinata dalla comune sofferenza (anche se non pretende che i monaci siano vegetariani, poiché vivono di elemosina). Gli indù invece, pur contrari a ogni forma di sfruttamento degli animali, continuano a sacrificarli ritualmente.

Molte le almeno apparenti contraddizioni, quindi, dovute al coacervo di elucubrazioni che sul tema si è sedimentato nel corso dei secoli, a partire dai classici come Aristotele e Hume fino al francescanesimo. E ancora, per venire ai giorni nostri, Tom Regan e Peter Singer, gli autori più importanti della “liberazione animale”, ma anche il “biocentrismo” di Albert Schweitzer, la “deep ecology” e “l'ecofemminismo”. Ideologie forse debitrici alla Grecia antica, “un momento originario della storia in cui imperavano le metamorfosi […] per cui era difficile distinguere l'uomo dall'animale o dalle cose”.

 

 

titolo: Religioni e animali
categoria: Saggi
autore/i: D’Isola Isabella 
editore: Claudiana
pagine: 156
prezzo: € 14.80

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