Faccia a faccia

Attori e geologi? Scavano entrambi

Cesare Bocci
di Rita Bugliosi

Cesare Bocci studiava recitazione e contemporaneamente frequentava l'università, spinto dalla passione per le scienze della terra. La voglia di diventare attore ha avuto però il sopravvento: si è trasferito a Roma e ha iniziato a lavorare in tv e al cinema. Poi, con l'interpretazione di Mimì Augello ne 'Il commissario Montalbano', è arrivata la notorietà

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A renderlo noto al grande pubblico è l’interpretazione di Mimì Augello nella serie televisiva 'Il commissario Montalbano’, ma Cesare Bocci inizia la carriera di attore molto prima, a 23 anni, frequentando la scuola di recitazione del suo paese, Camporotondo di Fiastrone (Mc). Contemporaneamente segue il corso in Geologia all’Università di Camerino. Entra poi nella Compagnia della Rancia di Saverio Marconi e si appassiona al teatro, trasferendosi a Roma per poter lavorare anche per la televisione e il cinema. Debutta sul grande schermo con 'L'aria serena dell'ovest’ del 1990, diretto da Silvio Soldini e, dopo il successo ottenuto con la serie tratta dalle storie di Andrea Camilleri prende parte a numerose fiction tv: da 'Elisa di Rivombrosa’ a 'Terapia d’urgenza’. A marzo di quest’anno ha esordito anche come conduttore nel programma di Rai 3 'Il giallo e il nero’. Tra le sue ultime interpretazioni cinematografiche, quella in 'Benvenuto Presidente!’ con la regia di Riccardo Milani. Il prossimo anno lo vedremo ancora in tv e a teatro.

Recitazione e geologia: cosa accomunava queste due passioni?

La curiosità verso settori diversi da indagare. La passione per la geologia risale all’infanzia: vivevo in campagna e trascorrevo molto tempo all’aperto, tra le rocce. Inoltre avevo letto alcuni libri sulla formazione della Terra, acquisendo nozioni che ho approfondito al liceo. Giunto al momento della scelta universitaria ho deciso quindi di iscrivermi a Geologia. Questa passione però ha da sempre convissuto con quella per il teatro: sin da bambino mi dedicavo alla recitazione in dialetto, anche se la vera opportunità si è presentata quando è stata aperta una scuola di recitazione nel mio paese. Per un po’ sono riuscito a dedicarmi a entrambe i settori, ma alla fine ho dovuto scegliere…

Lo scorso anno è stato testimonial della 'Settimana del pianeta Terra’?

È stato davvero bello prendere parte a questa iniziativa, che mira a sensibilizzare il grande pubblico sull’importanza della geologia: conoscendola e mettendo in pratica le informazioni che questa disciplina fornisce si potrebbero prevenire molte catastrofi, dalle frane ai terremoti, con la messa in sicurezza di terreni ed edifici.

Segue anche altri settori scientifici? Quali?

Sono sempre stato attratto dalla medicina, a 360 gradi, anche perché mio nonno e mio padre erano veterinari e mio fratello è cardiologo. Quando ero bambino accompagnavo spesso papà a visitare gli animali della zona: mucche, pecore… Sono insomma sempre stato a contatto con queste materie. Mi è poi capitato, per lavoro, di vestire i panni di un primario di pronto soccorso e la passione per questa attività e il desiderio di essere credibile nel ruolo mi hanno spinto a documentarmi a fondo frequentando un corso per la rianimazione, con tanto di conseguimento dell’attestato.

Cesare Bocci

Quale scoperta scientifica le piacerebbe fosse effettuata?

Vorrei ovviamente che venissero sconfitte tante malattie, dal cancro all’Alzheimer. In particolare però, dal momento che il problema ha toccato la mia famiglia, vorrei che si riuscissero a rigenerare le cellule cerebrali danneggiate dall’ictus per permettere alle persone che ne sono state colpite di condurre una vita più normale possibile.

La sua carriera di attore è iniziata con il teatro, poi c’è stato il cinema, ma è stata la tv a darle il grande successo. Quale di queste forme artistiche preferisce?

Mi sento a mio agio in tutte e tre: ciò che conta è che le opere che interpreto siano di valore. Non penso ce ne sia una più nobile delle altre: sono diverse, ma danno sempre soddisfazione e trasmettono sensazioni forti. Cerco, per questo, di dedicarmi a tutte.

Cosa ha in comune con Mimì Augello, il collega del commissario Montalbano che le ha dato la notorietà?

Poco, altrimenti mia moglie mi caccerebbe di casa. Scherzi a parte, è difficile non trovare qualche affinità con i personaggi che si interpretano. Con Mimì condivido la lealtà nei confronti degli amici: lui è sempre corretto nei confronti di Montalbano, anch’io credo profondamente nel rispetto per gli altri.

Le piacerebbe interpretare il ruolo di uno scienziato?

Mi attrae molto l’idea di interpretare un astronauta, perché vive un’esperienza che lo porta in una realtà e in un habitat diverso da ogni altro che conosciamo. Immagino sia straordinario poter andare nello spazio.

Quali sono i suoi prossimi impegni?

Attualmente sto girando la seconda stagione di una serie televisiva della Rai, 'La grande famiglia’, che andrà in onda la prossima primavera. Ma ho anche progetti teatrali: tra ottobre e fine novembre porterò in scena 'Viva Verdi”: uno spettacolo di cui curo anche la regia, sulla trilogia popolare di Verdi, 'Traviata’, 'Rigoletto’ e 'Trovatore’. Sul palco narro le tre opere con l’aiuto di altrettanti cantanti che eseguono le arie più famose. A gennaio e febbraio, poi, sarò ancora a teatro, al Golden di Roma, con 'L’ospite’ diretto da Angelo Longoni.

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