Faccia a faccia: San Valentino

Viola, alter ego di Violante

Violante Placido
di Sandra Fiore

Attrice ma anche cantautrice, Violante Placido ha appena inciso un singolo, un 'assaggio' del secondo album in preparazione. Fautrice della musica 'indie', avulsa dal business dalle major, vive questa esperienza come opportunità di esprimersi a 360 gradi

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Violante Placido

Da attrice della nuova generazione del cinema italiano a cantautrice, Violante Placido non è nuova alla scena musicale. In questa veste, meno conosciuta, torna con un nuovo singolo 'We will save the show' (Mescal) che anticipa l'album in uscita in primavera a otto anni di distanza dal primo 'Dont'be shy'. Nata a Roma, Violante ha debuttato nel mondo del cinema a fianco del padre Michele in 'Quattro bravi ragazzi' per poi partecipare a produzioni d'autore quali 'L'anima gemella' di Sergio Rubini, 'Che ne sarà di noi' di Giovanni Veronesi, 'La cena per farli conoscere' di Pupi Avati. 'Viola', questo il suo nome da cantautrice, alterna impegni sul set e musicali, in cui ama contaminare le sonorità, tra il rock elettronico e un sound più intimistico alla Suzanne Vega.

Da cosa deriva il titolo del brano 'We will save the show' ovvero 'Noi salveremo lo spettacolo'?

In genere le mie canzoni si ispirano a un'esperienza personale, a una realtà intima che può essere colta e condivisa da chi ascolta. In questo caso è un invito a non perdere mai la fiducia nella possibilità di cambiare le cose. Certo, mi piacerebbe che la cultura in Italia ottenesse un ruolo centrale, mentre continua a essere il fanalino di coda. Ho tanti amici artisti che si sono potuti realizzare solo all'estero, dove il loro lavoro viene apprezzato e riconosciuto. Nel nostro Paese il mestiere d'artista non è percepito come lavoro, per non parlare della carenza di risorse che scarseggiano anche per progetti artistici pregevoli.

Lei incide per una casa discografica di nicchia, la 'Mescal'. Il cognome famoso non l'ha aiutata a fare scelte diverse?

Mi interessa di più la scena musicale 'indie' (da 'independent' ndr), per avere la possibilità di lavorare in modo diverso, seguendo i miei tempi, non miro a un'operazione commerciale ma a un'esperienza artistica autentica. Le 'case' indipendenti non hanno a disposizione grandi budget, ma hanno il coraggio di sostenere anche artisti che non portano incassi immediati.

Qual è stata la 'molla' della sua avventura musicale?

È capitato per caso, complici alcuni amici di Pescara, dove ho trovato un clima effervescente e ho conosciuto Giulio Corda e altri musicisti da cui ho ricevuto lo stimolo a cimentarmi con la chitarra e con la composizione.

Si sente più cantautrice o attrice?

Sicuramente con la musica ho più libertà di esprimermi, posso essere me stessa senza il filtro del personaggio. Comporre, scrivere un testo e cantare significa realizzare un progetto che mi appartiene interamente. Tuttavia, anche i ruoli cinematografici mi consentono di esplorare vari aspetti del mio carattere. In questo momento ho in cantiere alcuni progetti teatrali.

Lei ha interpretato figure femminili diverse dalla fata di Pinocchio a Moana Pozzi, all'infanticida in 'Donne assassine'.

Alcuni ruoli mi incuriosiscono subito, per altri inizialmente posso nutrire delle perplessità, come è accaduto per la madre assassina, figura che non mi entusiasmava esplorare. Poi sono stata vinta dal desiderio di lavorare con Francesco Patierno, un regista che ammiro molto e che ha realizzato film di spessore; alla fine, questo ruolo mi ha fatto scoprire un lato oscuro del mondo femminile.

Come è stato lavorare con attori americani in 'The American'?

Il film di Neveldine e Taylor, girato negli Stati Uniti, era d'azione, richiedeva impegno fisico, c'erano molti stunt, tutto il lavoro era diretto da una macchina organizzativa perfetta. Il set di  'the American', girato in gran parte in  Abruzzo era più rilassato, lo stesso George  Cloneey, pur essendo una star, metteva a proprio a agio tutti.  

Usa internet e con le tecnologie nel suo lavoro?

Ho un computer, un iPad, un e-book ma non li utilizzo appieno, qualche volta registro 'appunti' di composizioni. Lo stesso vale per il mio profilo Facebook, che aggiorno in maniera discontinua per mantenere i contatti con alcuni amici, ma dovrei eliminare i fake che mi attribuiscono. Faccio però fatica a seguire tutte le novità.