Editoriale

La tentazione di “resettare” la Terra

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di Marco Ferrazzoli

L'estate si è aperta all'insegna della cupezza, tra terrorismo, stragi e crisi politiche internazionali. Persino le Olimpiadi a cui dedichiamo il Focus di questo Almanacco non sono esenti da ombre. C'è una “domanda di senso” a cui dovrebbero essere la logica e la ragionevolezza a rispondere: ma proprio scienza, ricerca e cultura incontrano di questi tempi ostacoli continui. A salvarci non saranno i Pokemon…

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In rete circola una vignetta efficace quanto amara, in cui si vede la Terra e una scritta: ctrl+alt+canc. In effetti, davanti alla sequela quasi ininterrotta di eventi tragici delle ultime settimane viene da dire che bisogna resettare tutto, che sia meglio spegnere e riaccendere l'umanità come fosse un computer in palla davanti al quale non sappiamo cos'altro fare. L'estate, stagione che tende a una certa leggerezza e perfino alla superficialità, si è aperta quest'anno con una cupezza del tutto particolare: terrorismo, stragi, crisi politiche internazionali di portata tale che richiamano, a chi ha l'anagrafe giusta, la Guerra Fredda del secolo scorso. Un'ombra che oscura in parte anche le Olimpiadi a cui abbiamo dedicato il Focus monografico di questo Almanacco della Scienza, cogliendo proprio gli elementi più critici legati ai Giochi, dal doping al timore per il virus Zika, fino alle problematiche socio-economiche del Brasile.

In queste situazioni si parlava, un tempo, di “domanda di senso”. Cerchiamo, cioè, una direzione verso la quale procedere o, almeno, una cornice, un frame entro il quale muoverci. Ma in alcuni momenti ed epoche questo può risultare particolarmente difficile: non dobbiamo dimenticare che gli uomini sono stati a lungo governati da mentalità che alcuni studiosi chiamavano “prelogiche” e che in molte parti del mondo la cultura dominante ha ancora oggi un'impronta del tutto distante dal razionalismo occidentale. Illudersi che tali approcci alla realtà si sciolgano come neve al sole all'arrivo del progresso materiale in nome di una sorta di evoluzione meccanica della civiltà significa contraddire lo stesso assunto logico e storico da cui si parte. Europa e America, peraltro, sono stati molto influenzati da questi pensieri “altri” o “alternativi” e il sistema delle reti di comunicazione, espandendo esponenzialmente la quantità di informazioni, comunicazioni e messaggi circolanti, aumenta inevitabilmente anche il nostro disagio nel gestirli.

La scienza, la ricerca e la cultura sono il solo punto di appoggio per sollevare il mondo dal suo attuale stato di caos, lo sappiamo bene. Ma proprio in questi giorni e dalle nostre parti abbiamo chiari i segnali di come la luce della ragionevolezza sia flebile e soggetta a refoli che spirano da più parti minacciando di spegnerla: nelle pagine di quest'Almanacco troverete riportati i casi relativi alla disaffezione per i vaccini, rispetto a cui l'Ordine dei medici ha dovuto prendere una posizione particolarmente dura, alle assurde ma purtroppo sempreverdi bufale che li legano all'insorgenza dell'autismo, al pronunciamento che ha finalmente stabilito di non confondere la sperimentazione animale con l'offensiva espressione di “vivisezione”. Questo, comunque, senza dimenticare il caso di Ilaria Capua, la scienziata prosciolta dopo un lungo iter da un'accusa di “untrice” che sembra sposare gli antichi pregiudizi popolari con un moderno complottismo che va molto di moda.

A proposito di moda: i Pokemon, il giochino coi mostriciattoli che impazza su tutti i media, vanno benissimo come alleggerimento estivo, purché non li si confonda con la “realtà aumentata”, che è cosa molto più seria e importante.

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