Editoriale

'Quo Vado'? A promuovere la ricerca

zalone
di Marco Ferrazzoli

Il film di Checco Zalone racconta di un impiegato che si ritrova, tra varie vicissitudini, nella base di ricerca artica 'Dirigibile Italia’ del Cnr, alle Svalbard. Lì scopre un’umanità dedita ai problemi dell’ambiente con passione e sacrificio. Un risultato di immagine per la ricerca italiana importante, visto anche il successo record del film, ottenuto grazie alla collaborazione del nostro Dipartimento Terra e ambiente

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L'Almanacco della Scienza non è tendenzialmente la sede per un commento di natura sociologica o critica su un film comico 'di cassetta', ma nel caso di 'Quo Vado?' di Checco Zalone, l'eccezione è pienamente giustificata. Luca Medici (il nome all'anagrafe dell'attore pugliese) e il regista Gennaro Nunziante, infatti, hanno riservato alla ricerca italiana un ruolo estremamente significativo: la trama racconta di un dipendente pubblico italiano, per la precisione meridionale, che sin da bambino e per tradizione famigliare ha sempre avuto la vocazione al 'posto fisso' e che, per uno scontro con una dirigente ministeriale, si ritrova tra l'altro nella base di ricerca artica 'Dirigibile Italia' del Cnr, alle Svalbard, quasi al Polo Nord. Lì incontra un'umanità completamente diversa, dedita ai problemi dell'ambiente con passione e sacrificio, dalla quale rimane conquistato grazie soprattutto – va detto –a una ricercatrice con la quale scatta il ' colpo di fulmine'.

Come Zalone ha ripetutamente e giustamente chiarito, il suo non è un film di impegno sociale, intende soprattutto divertire. L'interpretazione punta più sulla raffica di battute che sulla 'conversione' dell'impiegato fannullone in paladino della salvaguardia del pianeta e dei suoi abitanti (alla fine, la coppia si riunirà in una missione sanitaria in Africa). Ma quando il cinema raggiunge risultati come quelli di 'Quo Vado?', che nei primissimi giorni di presenza nelle sale ha stracciato qualunque record di biglietti venduti (Zalone arriva già dal primato di incassi assoluto del cinema italiano con 'Sole a catinelle'), è inevitabile che ogni messaggio contenuto nelle scene del film raggiunga un'amplificazione straordinaria. E siamo convinti che, per quanto adattata al plot, la parte assegnata alla ricerca italiana le garantisca un ottimo risultato di immagine.

Va precisato che tale risultato è il frutto di una collaborazione condotta personalmente dal direttore del nostro Dipartimento Terra e ambiente, Enrico Brugnoli: “Abbiamo collaborato molto volentieri alla realizzazione delle riprese, condividendo la filosofia di un film che, sia pur in maniera ironica, mette in risalto pregi e difetti del nostro Paese e nel far questo evidenzia l'importanza della ricerca scientifica e soprattutto della ricerca ambientale”, commenta Brugnoli. “Le riprese presso la nostra Base artica portano all'attenzione del grande pubblico – numerosissimo, visto il successo del film! - gli sforzi che il paese e il Cnr fanno, con risorse limitate, per affrontare i grandi temi di ricerca sul cambiamento climatico e la fusione dei ghiacci artici”.

La soddisfazione per il ruolo assegnato esplicitamente al Cnr (con l'inquadratura sul cartello della Base e ringraziamenti nei titoli di coda) è aumentata dal fatto che Zalone, Nunziante e la brava Eleonora Giovanardi, che interpreta la ricercatrice, hanno colto ogni occasione, durante tutta la promozione stampa, per ringraziare i nostri ricercatori dell'assistenza e dell'accoglienza fornite ma, soprattutto, per evidenziare – come dicono nelle interviste che potete ascoltare qui – che quella della ricerca scientifica è “un'Italia di cui essere orgogliosi”.

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