Focus: Scienza e narrativa

Il sapore è un sapere

vino e formaggi
di Emanuele Guerrini

Il cibo è protagonista di molte opere letterarie, da sempre e in tutto il mondo. Alcuni libri con al centro la tavola sono diventati film celebri, come 'Il pranzo di Babette', altri affrontano tematiche sociali, come le ultime opere di Foer e King. In altri casi ancora sono i gusti degli autori ad avere fatto storia: D'Annunzio ha inventato la parola tramezzino, Leopardi era golosissimo e da bambino odiava la minestra. Ne abbiamo parlato con Antonio Malorni, già direttore dell'Istituto di scienze dell'alimentazione del Cnr e membro dell'Accademia italiana della cucina

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I libri nei quali il cibo è protagonista sono praticamente infinti. Da Karen Blixen con 'Il pranzo di Babette', da cui fu tratto l'omonimo famoso film di Gabriel Axel (1987), storia di una cuoca parigina che utilizza una grossa vincita di denaro per offrire un sontuoso banchetto ai dodici abitanti del villaggio norvegese dov'è ospitata. 'Solo pane' di Judi Hendricks narra di come il profumo proveniente da un piccolo forno di Seattle susciti nella protagonista il ricordo di un periodo felice, che le consentirà di cambiare vita e lasciare un marito opprimente. Il newyorkese Anthony Bourdain, recentemente scomparso, nel suo 'Kitchen Confidential' descrive invece il mondo della cucina e della ristorazione come luogo di incontro, crescita personale e la scoperta del cibo come appagamento del corpo e cura dell'anima, dando anche consigli sui ristoranti della Grande Mela, uno su tutti: il lunedì evitare il pesce.

La tavola insomma è presente nella cultura letteraria di tutti i tempi. “Nelle letterature di ogni Paese si trovano riferimenti all'arte culinaria, al cibo e ai simboli di cui si è fatto portatore nel tempo”, spiega Antonio Malorni, già direttore dell'Istituto di scienze dell'alimentazione (Isa) del Consiglio nazionale delle ricerche e delegato di Caserta dell'Accademia italiana della cucina. “Nel 1923 il boemo Rainer Maria Rilke nei suoi 'Sonetti ad Orfeo' si interrogava sul rapporto tra uomo e cibo, individuando l'esistenza e l'identità di entrambi proprio nella loro relazione. Una mela non avrebbe alcun sapore se nessuno la mangiasse, così come la bocca non sarebbe una bocca vivente se non assaggiasse qualche cosa. Rilke con questa immagine riflette sull'origine del sapere secondo l'etimologia latina della parola sàpere, che assume sia il significato di conoscenza sia di 'aver sapore'. Ecco quindi che il sapore della cosa diviene anche il mio sapere”.

pietanze

Costantino Massaro, nel recente 'La poetica della pancia' (Ets), analizza il rapporto con il cibo di sei scrittori dell'Otto-Novecento di altrettante regioni italiane raccontandone le preferenze dei protagonisti grazie all'analisi delle loro opere e carteggi: D'Annunzio (Abruzzo), Leopardi (Marche), Montale (Liguria), Pavese (Piemonte), Svevo (Friuli-Venezia Giulia) e Tomasi di Lampedusa (Sicilia). “Sono emerse molte curiosità: dalla poesia 'Contro la minestra' di un Leopardi bambino, ai bizzarri versi, redatti velocemente da Montale poco prima del cenone di fine anno; dal demostenico discorso contro la polpetta di un D'Annunzio ancora collegiale alle icastiche e gustose metafore culinarie del malinconico Gattopardo, fino alla carnale voracità dell'Angiolina di Svevo, passando attraverso il cibo e i falò di un Pavese insolito e nascosto”, racconta Malorni. “A proposito di D'Annunzio ricordiamo che fu lui a inventare la parola tramezzino per sostituire l'inglese sandwich, a sottolineare che è uno spuntino a metà strada tra i pasti”. In occasione degli 80 anni dalla morte del poeta, l'editore Verdone ha ristampato 'Gabriele D'Annunzio e l'enogastronomia della memoria' di Enrico Di Carlo.

Uscirà invece il 26 agosto, edito da Guanda: 'Possiamo salvare il mondo, prima di cena (perché il clima siamo noi)', dove lo scrittore Jonathan Safran Foer invita i lettori a mangiare meno carne, latte e uova, per limitare i condizionamenti antropici ai cambiamenti climatici. È invece quella di un ottimo ristorante messicano-vegetariano la cucina raccontata in 'Elevation', l'ultimo libro di Stephen King edito da Sperling & Kupfer, dove il rapporto con il cibo si intreccia con temi sociali. Il sapore della madeleine, il piccolo dolce descritto da Marcel Proust nel suo monumentale romanzo Alla ricerca del tempo perduto, riesce addirittura a far riaffiorare alla mente del protagonista volti e luoghi del passato fino a quel momento dimenticati.

Fonte: Antonio Malorni, Istituto di scienze dell'alimentazione , email antonio.malorni@cnr.it -

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