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Tartarughe marine: 'pronto soccorso' e tecnologia per non cadere in trappola

tartaruga
di Anna Capasso

Si chiama ‘Ted' il nuovo dispositivo messo a punto dall'Ismar-Cnr che, se applicato alle reti, evita la cattura accidentale delle Caretta caretta

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Sebbene sia una specie protetta da molti anni, Caretta caretta, il più comune rettile marino, è a rischio estinzione in tutto il mondo e in particolare nel Mediterraneo. Diverse le cause. "Mentre il turismo rende difficile la deposizione e la schiusa delle uova nelle spiagge, è l'attività di pesca a costituire il principale problema per le tartarughe. Si stima che ogni anno nel Mare Nostrum circa 150mila esemplari di questa specie finiscano catturati accidentalmente e di questi ben 50.000 non ce la fanno a sopravvivere", afferma Alessandro Lucchetti dell'Istituto di scienze marine (Ismar) del Cnr di Ancona. "Tradizionalmente, gli attrezzi più pericolosi per le tartarughe sono rappresentati dai palangari (più ami collegati a un cavo principale) e dalle reti derivanti, ma recentemente anche le reti a strascico costituiscono un grave problema per le specie dell'Adriatico, dove le catture superano le 4.000 unità all'anno".

Per evitare che le testuggini 'cadano in trappola', i ricercatori dell'Ismar-Cnr hanno messo a punto particolari tipi di 'Teds' (Turtle excluder devices), dispositivi che impediscono alle tartarughe di rimanere impigliate, evitando così che l'animale anneghi. "I 'Teds'", spiega Antonello Sala dell'Ismar-Cnr, "sono griglie inclinate poste all'interno delle reti che permettono ai pesci piccoli di passare nel sacco, mentre le tartarughe possono liberarsi uscendo da un'apposita apertura".

I primi modelli di 'Teds' nascono in Australia e negli Stati Uniti dove il loro impiego, per certe aree e tipi di pesca, è divenuto obbligatorio. "La difficoltà maggiore nel loro uso risiede nella necessità di adattare il dispositivo rispetto alle caratteristiche delle reti. Abbiamo quindi progettato, realizzato e testato a mare diversi tipi di griglie variandone il disegno, i materiali impiegati e l'inclinazione", dice Lucchetti. "Per valutare le fughe dalla rete abbiamo posto un sacco a maglia piccola (cover) in corrispondenza dell'apertura del 'Ted'. In un caso abbiamo trovato all'interno del cover un carapace di tartaruga morta da tempo, in un altro caso abbiamo rinvenuto un esemplare vivo di Caretta caretta sfuggito alla rete, a dimostrazione del buon funzionamento del sistema".

reti pesca

"Gli esperimenti sono stati effettuati a bordo della nave 'G. Dallaporta' del Cnr e uno dei modelli testati sembra avere ottime caratteristiche in termini di costi, leggerezza, flessibilità e trascurabile perdita di prodotto commerciale", prosegue Sala. "Inoltre, le griglie risultano anche molto efficaci nell'eliminare il cosiddetto debris, cioè la porzione della cattura costituita da pietre, tronchi e scarto antropico, a tutto vantaggio della qualità del pescato". 

Dell'applicazione di 'Ted' nella pesca al traino in Mediterraneo si è parlato a giugno nel corso del convegno 'Biodiversità marina. Adriatico, un mare di tartarughe' organizzato a S.Benedetto del Tronto (Ap) dalla Riserva naturale regionale della Sentina. Oltre agli interventi di ricercatori Cnr, docenti universitari e rappresentanti della Guardia costiera, al meeting è stato presentato il nuovo centro regionale di primo soccorso per le tartarughe marine. "La struttura nasce a seguito di un protocollo d'intesa per la Regione Marche che ha visto coinvolti, tra gli altri, l'Ismar-Cnr, la Fondazione cetacea di Riccione, il Corpo forestale dello Stato", conclude Sala. "La presenza di questo centro non si limiterà al soccorso e alla cura delle tartarughe marine rinvenute lungo tutto il litorale marchigiano, ma si occuperà anche di numerose attività connesse all'educazione ambientale verso i bambini e alla sensibilizzazione degli operatori del mare e dei cittadini".

 

Fonte: Alessandro Lucchetti, Istituto di scienze marine, Ancona , email a.lucchetti@ismar.cnr.it - Antonello Sala, Istituto di scienze marine, Ancona, tel. 071/2078841 , email a.sala@ismar.cnr.it -

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