Focus: Mondiali di calcio

La cura del calcio

Un momento di una partita di calcio
di Rita Bugliosi

I mondiali scatenano come sempre il tifo degli italiani, grandi appassionati di calcio. Sarebbe auspicabile però che, oltre a trasformare tutti in tecnici ed esperti di formazioni e tattiche di gioco, quest'evento ci spingesse anche a praticare uno sport utile per prevenire diverse patologie

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l calcio appassiona molto gli italiani, ancor più in occasioni di grandi eventi internazionali. Sarebbe bene però che i mondiali, oltre a scatenare il tifo per la nazionale, spingessero il pubblico a esercitare di più questo sport, ricco di effetti positivi per l'organismo. 

"I benefici derivanti dalla pratica regolare dell'attività fisica aerobica, di cui il calcio o il calcetto sono esempi tipici, sono evidenti sia nei soggetti sani sia in quelli affetti da trigliceridi elevati, basso colesterolo-Hdl (quello protettivo), ipertensione arteriosa, obesità, sindrome metabolica, diabete mellito", spiega Roberto Volpe del Servizio prevenzione e protezione (Spp) del Cnr.

"Sono molteplici gli studi, anche italiani, che dimostrano come, rispetto ai sedentari, le persone che praticano una regolare attività fisica, con allenamenti due-tre volte la settimana per poi giocare nel fine settimana, abbiano un aumento del colesterolo Hdl e una riduzione della trigliceridemia, della pressione arteriosa, del peso corporeo, della circonferenza addominale, della glicemia e, conseguentemente, del rischio cardiovascolare", prosegue il ricercatore. "Inoltre, la pratica del calcio stimola la mineralizzazione delle ossa, contribuendo alla prevenzione dell'osteoporosi, migliora la funzionalità respiratoria, contribuisce a combattere l'ansia e a scaricare le tensioni, ed è forse anche per questo che le persone fisicamente attive fumano meno".

Un momento di una partita di calcio

Nonostante i benefici clinici evidenti, i dati dell'Istituto superiore di sanità indicano però che una buona fetta della popolazione adulta italiana non pratica un'attività fisica costante e duratura. È importante quindi convincere i sedentari a cambiare stile di vita. "È fondamentale praticare un'attività fisica che piaccia", sottolinea Volpe, "in modo che non sia vissuta come un sacrificio, ma è necessario anche ricordare che la scelta è condizionata dall'età e delle condizioni fisiche. Se per i soggetti di età superiore ai 60 anni e/o con patologia cardiovascolare concomitante è bene consigliare solo di camminare a passo veloce o di usare la cyclette, ai soggetti più giovani e senza evidenza di disturbi cardiovascolare, sport come il calcio sono indicati in quanto, essendo più impegnativa l'intensità dell'esercizio, apporta benefici sul metabolismo".

Non è mai troppo tardi, comunque, per riprendere a giocare a pallone, purché ci si attenga ad alcune semplici regole. "Occorre effettuare una visita di controllo", suggerisce il ricercatore, "e, se il medico lo riterrà opportuno, anche un test da sforzo. Bisogna iniziare in modo graduale, ricoprendo, ad esempio, il ruolo di portiere o terzino, aumentando solo successivamente e in modo progressivo l'intensità. Inoltre, dopo una partita si deve sempre riposare, in modo da consentire un pieno recupero delle microlesioni muscolo-tendinee che inevitabilmente si producono svolgendo qualsiasi attività fisica di un certo livello".

Fonte: Roberto Volpe, Servizio prevenzione e protezione del Cnr, tel. 06/49937630, e-mail: roberto.volpe@cnr.it

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