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#BastaBufale: stop alle fake news

no bufale
di Emanuele Guerrini

L'iniziativa, voluta dalla presidente della Camera Laura Boldrini, punta a contrastare la circolazione delle notizie false sul web, sensibilizzando l'opinione pubblica e responsabilizzando media, istituzioni e imprese. La petizione online ha raggiunto 15.000 firme in pochi giorni. Nel frattempo è stato presentato un disegno di legge in merito

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“Essere informati è un diritto. Essere disinformati è un pericolo”. Questo lo slogan della campagna #BastaBufale lanciata nelle scorse settimane dalla presidente della Camera Laura Boldrini contro la diffusione delle cosiddette fake news sul web. L'iniziativa ha coinvolto quattro esperti di verifica delle notizie e di analisi dei meccanismi di diffusione dei contenuti sui social network: Paolo Attivissimo, Michelangelo Coltelli, David Puente e Walter Quattrociocchi. Sul sito dedicato all'iniziativa si raccolgono le sottoscrizioni dei cittadini - arrivate a 15.000 in 10 giorni - e si chiede un'assunzione di responsabilità e quindi una presa di posizione a tutte le parti coinvolte, quali scuole università, editori, aziende inserzioniste ed esponenti di cultura, sport e spettacolo. “Le bufale non sono innocue goliardate. Possono provocare danni reali alle persone, come si è visto anche nel caso dei vaccini pediatrici, delle terapie mediche improvvisate o delle truffe online”, scrive Boldrini su bastabufale.it. “Ho deciso di lanciare questo appello perché ritengo che il web sia un importante strumento di conoscenza e democrazia, ma spesso anche luogo di operazioni spregiudicate, facilitate dalla tendenza delle persone a prediligere informazioni che confermino le proprie idee. In rete sono nati fenomeni nuovi, come le fabbriche di bufale a scopo commerciale o di propaganda politica e di un certo giornalismo 'acchiappaclick', più interessato a incrementare il numero dei lettori che a curare l'attendibilità delle fonti”.

fake news

A conclusione della petizione verrà quindi chiesto a Facebook, Twitter, Google, agli editori dei media tradizionali, alle imprese, ai direttori di testate e al ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca in che modo intendano garantire ai cittadini un'informazione corretta. Nel frattempo qualcosa già si è mosso. Adele Gambaro (Ala-Scelta Civica) ha presentato in Senato una proposta di legge contro le bufale online, che ha raccolto adesioni trasversali tra i gruppi parlamentari ma anche critiche da chi paventa un attacco alla libertà di espressione. Il provvedimento, dal titolo 'Disposizioni per prevenire la manipolazione dell'informazione online, garantire la trasparenza sul web e incentivare l'alfabetizzazione mediatica', prevede multe fino a 5.000 euro per chi diffonde notizie false su social media o siti "non espressione di giornalismo online"; contrasto dell'anonimato e obbligo per i gestori delle piattaforme informatiche di monitorare i contenuti che circolano al loro interno. La norma prevede anche la reclusione non inferiore a due anni e un'ammenda fino a 10.000 euro per chi si rende "responsabile di campagne d'odio contro individui" o "volte a minare il processo democratico". Un precedente è offerto dalla Germania dove, in vista delle elezioni a fine 2017, la coalizione di governo ha pensato di introdurre una nuova legge: previste multe fino a 500 mila euro alle aziende che, operando nel settore dei social media, non rimuovano una notizia falsa entro 24 ore dalla segnalazione.

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