“La street art, come i mezzi di comunicazione di massa, si offre a un pubblico vasto per lanciare messaggi e far conoscere una particolare visione del mondo”, spiega Sandra Fiore storica dell’arte dell’Ufficio stampa del Cnr. “Spray, stencil, sculture, installazioni sono tra i mezzi più utilizzati da questi artisti che scelgono come supporti pareti urbane, vagoni ferroviari, saracinesche, per un modo di esprimersi lontano anni luce dalle atmosfere patinate delle Gallerie”.
Non a caso il graffitismo nacque nei quartieri poveri di New York. “I 'writers’ attraverso tag e firme ermetiche manifestavano la loro protesta verso una società che ignorava ed emarginava i più deboli”, prosegue Fiore. “Solo dopo la nascita della United Graffiti Arts nel 1972 e la prima mostra dedicata alla loro produzione, questo movimento assunse un carattere di rilievo: i graffiti, quali semplici sigle o scritte, lasciarono il posto a opere più complesse e colorate, tanto da ricevere l’attenzione di importanti galleristi. Tra gli artisti che conquistarono l’attenzione della critica, Basquiat e Keith Haring divennero le principali icone”.
Da simbolo di divisione politica e ideologica, il muro di Berlino è diventato opera di grande valore storico e artistico ed è posto sotto tutela dal governo tedesco. Nel corso degli anni, le intemperie e la consuetudine di portare via un pezzetto di cemento come souvenir, hanno danneggiato la superficie, tant’è che nel 2009 anno del primo anniversario della caduta, l’East Side ha subito un intervento di restauro al quale hanno partecipato anche molti autori dei murales.