Focus: Oscar

Uomo batte donna anche sullo schermo

Oscar
di Sandra Fiore

Per ogni personaggio femminile ce ne sono tre maschili e anche nelle folle dei film di animazione solo il 17% è donna. Sono alcuni dati prodotti da un'indagine del Geena Davis Institute, che ha esaminato 20 anni di film e programmi tv. Ne parliamo con la sociologa Rossella Palomba

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È iniziato il conto alla rovescia per la Notte degli Oscar e la premiazione della migliore attrice è uno dei momenti più attesi. Nella lista quest’anno ci sono grandi interpreti come Maryl Streep, Cate Blanchett, Sandra Bullock, Judi Dench, Amy Adams, che ci hanno regalato emozioni in ruoli e caratteri diversi. Ciononostante nel mondo del cinema e della tv per le donne è sempre difficile ottenere ruoli di primo piano.

A dirlo è un’indagine promossa dall’attrice Geena Davis, indimenticabile protagonista del film  'Thelma & Luise’, che con il suo 'Institute on Gender in Media' ha sponsorizzato il più grande studio mai realizzato su questo tema negli Usa. L’indagine ha passato al setaccio film e programmi tv prodotti nell’arco di venti anni, dal 1990 al 2010. Il risultato emerso è che per ogni personaggio femminile che prende la parola in un film per famiglie, ce ne sono circa tre maschili. Le folle nei film d’animazione contengono solo il 17% di personaggi femminili e il rapporto tra quelli maschili e femminili è lo stesso dal 1946.

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Dive a parte, il genere femminile nel firmamento dello show è una minoranza, conferma Rossella Palomba dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (Irpps) del Cnr, autrice di studi sulle differenze di genere: “La sensazione che la parità di genere nel mondo del cinema non fosse realizzata si aveva già da tempo, tanto che il Dipartimento per le pari opportunità tra uomo e donna ha istituito alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia il premio Pari opportunità. Il riconoscimento va all’opera che 'meglio interpreta un messaggio di denuncia o di speranza rispetto al tema della discriminazione, dell’intolleranza, della disuguaglianza di genere’”.

Secondo l’Istituto Davis, questa carenza produce un messaggio negativo per le giovani generazioni e di questo passo sarà sempre più difficile rompere gli stereotipi nel mondo del lavoro, dove sono ancora poche le manager, le scienziate o le leader in politica. “Nel caso della tv italiana, studi condotti sui palinsesti hanno dimostrato che le donne sono molto presenti nei talk show (87% dei casi), nei reality (nell’89% dei casi) e nei tg, dove la conduzione femminile è sempre più frequente”, aggiunge la ricercatrice. “Restano però elementi di disuguaglianza nel tipo di immagine rappresentata, nelle storie raccontate e nei personaggi che vedono spesso il lavoro femminile marginale o assente”.

La ricerca americana è importante “perché riesce a far luce, dal punto di vista quantitativo, sulle differenze di genere e soprattutto perché riguarda una fascia di età degli utenti/spettatori molto giovane e influenzabile a cui è fondamentale trasmettere modelli corretti di ruolo e presenza femminile”, conclude Palomba. “Il cinema e la tv con il loro linguaggio capace di parlare e dare emozioni possono diventare uno strumento importante nella costruzione di una società in cui le differenze di genere siano finalmente superate”.

 

Fonte: Rossella Palomba, Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali, Roma, tel. 06/492724 229 , email rossella.palomba@irpps.cnr.it -

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