Malgrado questo impeto, però, il dialogo e il coordinamento tra scienza, sviluppo tecnologico e imprenditoria furono scarsi: pochi i tentativi di inserire la conoscenza tecnico-scientifica nella pubblica amministrazione e pochi i soldi per le università che conducevano la ricerca del 'vero’ nei laboratori sperimentali in un clima di dispersione e rivalità.
È in questo periodo di grande fermento che Vito Volterra, scienziato di fama internazionale, promosse e coordinò molte iniziative tra le quali nel 1919, il progetto per la costituzione del Cnr. “Il Politecnico di Torino fu creato nel 1906 grazie specialmente agli sforzi del matematico Vito Volterra, senatore dal 1905, fondatore e primo presidente del Cnr dal 1923 al 1927”, prosegue Simili. “Volterra fu altresì protagonista nel 1907 della costituzione della Società italiana per il progresso delle scienze (Sips), la cui strategia poggiava proprio su quel nodo irrisolto fra scienza, tecnologia e produzione che sarebbe stato poi rilanciato come base del futuro Cnr”.
Nel 1906 l’Italia fece il suo ingresso nello scenario mondiale con l’assegnazione di due premi Nobel: il primo per la letteratura a Giosué Carducci, il secondo per la medicina a Camillo Golgi. L’anno seguente il Nobel per la pace venne conferito a Ernesto Teodoro Moneta (nella foto) e nel 1909 Guglielmo Marconi conquistò il primo Nobel italiano per la fisica, divenendo nel 1914 senatore e poi presidente del Cnr dal 1927 al 1937.
Quattro riconoscimenti in altrettante discipline: letteratura, medicina, pace e fisica. Il nostro Paese non conoscerà più un successo di tale portata.
Fonte: Raffaella Simili, 'Fra anniversari e rumori di guerra’, 'Consiglio nazionale delle ricerche. L’impresa scientifica 1923-2013’, Cnr. -