Focus: Novantennale Cnr

L'Italia ai tempi dei Nobel

Comunità scientifica italiana
di Marina Landolfi

La nascita del Cnr avviene nei primi anni del Novecento italiano, un periodo segnato da un’entusiastica ma contraddittoria tensione verso ricerca, sviluppo tecnologico e imprenditoria, in cui il nostro Paese ottenne molti riconoscimenti dall’Accademia di Stoccolma. Se ne parla nel volume 'Consiglio nazionale delle ricerche. L’impresa scientifica 1923-2013’ (nella foto Camillo Golgi)

Pubblicato il

La nascita del Cnr nel 1923 fu la risposta della comunità scientifica italiana ai nuovi rapporti tra scienza, innovazione tecnologica e imprenditoria italiana, che caratterizzarono il clima di grande fermento culturale di inizio Novecento. Se la politica aveva sempre previsto scarsi finanziamenti per la scienza, in questi anni si cominciò a pensare che la produzione economica e produttiva doveva essere sostenuta da strutture tecnico-scientifiche e legislative adeguate.

In occasione delle celebrazioni per i 50 anni dell’Unità, si allestirono numerose iniziative in tal senso. “Ecco allora l’esposizione della vecchia capitale Torino, accompagnata da quella di Firenze e di Roma, che seguivano di pochi anni l’esposizione internazionale di Milano (1906) e la partecipazione italiana all’Expo di Bruxelles (1910)”, eventi che esaltavano “il concetto di innovazione come elemento di punta dell’azione progressista messa in atto nel Paese, tanto a livello economico-sociale, quanto ideologico-culturale”, scrive Raffaella Simili nel capitolo 'Fra anniversari e rumori di guerra’, che apre il volume commemorativo del 90nnale 'Consiglio nazionale delle ricerche. L’impresa scientifica 1923-2013’, edito dal Cnr.

scienziati italiani e Cnr

Malgrado questo impeto, però, il dialogo e il coordinamento tra scienza, sviluppo tecnologico e imprenditoria furono scarsi: pochi i tentativi di inserire la conoscenza tecnico-scientifica nella pubblica amministrazione e pochi i soldi per le università che conducevano la ricerca del 'vero’ nei laboratori sperimentali in un clima di dispersione e rivalità.

È in questo periodo di grande fermento che Vito Volterra, scienziato di fama internazionale, promosse e coordinò molte iniziative tra le quali nel 1919, il progetto per la costituzione del Cnr. “Il Politecnico di Torino fu creato nel 1906 grazie specialmente agli sforzi del matematico Vito Volterra, senatore dal 1905, fondatore e primo presidente del Cnr dal 1923 al 1927”, prosegue Simili. “Volterra fu altresì protagonista nel 1907 della costituzione della Società italiana per il progresso delle scienze (Sips), la cui strategia poggiava proprio su quel nodo irrisolto fra scienza, tecnologia e produzione che sarebbe stato poi rilanciato come base del futuro Cnr”.

Nel 1906 l’Italia fece il suo ingresso nello scenario mondiale con l’assegnazione di due premi Nobel: il primo per la letteratura a Giosué Carducci, il secondo per la medicina a Camillo Golgi. L’anno seguente il Nobel per la pace venne conferito a Ernesto Teodoro Moneta (nella foto) e nel 1909 Guglielmo Marconi conquistò il primo Nobel italiano per la fisica, divenendo nel 1914 senatore e poi presidente del Cnr dal 1927 al 1937.

Quattro riconoscimenti in altrettante discipline: letteratura, medicina, pace e fisica. Il nostro Paese non conoscerà più un successo di tale portata.

Fonte: Raffaella Simili, 'Fra anniversari e rumori di guerra’, 'Consiglio nazionale delle ricerche. L’impresa scientifica 1923-2013’, Cnr. -