Focus: San Valentino

Se l'amore è violento

femminicidio
di Marina Landolfi

I dati nazionali del 2012 sul cosiddetto femminicidio registrano più di 130 delitti, una cifra che indica l'esistenza di un'emergenza sociale. Ancora più drammatica se si considera che il dramma si consuma il più delle volte all'interno della famiglia

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Più di 130 sono state le donne uccise nel 2012: un dato tragico che si accompagna alla poco soddisfacente performance dell'Italia nelle classifiche mondiali sulla condizione delle donne descritta dal 'Global Gender Gap Report',  dove lo scorso anno il nostro Paese è sceso dal 74° all'80° posto (dopo Ghana e Bangladesh). Le cronache ci  costringono a confrontarci con una cultura ancora intrisa di stereotipi di genere, che considerano  la prevaricazione dell'uomo sulla donna come un elemento possibile di una relazione affettiva. Il 90% delle violenze fisiche, psicologiche, sessuali  avvengono in ambito familiare da parte di mariti, conviventi, fidanzati ed ex.

Malgrado sia un'emergenza di vastissime dimensioni, non esistono a tutt'oggi una banca dati né un osservatorio nazionale sul femminicidio e la violenza di genere.  "Nonostante il lavoro dell'Istat sulla violenza contro le donne, è impossibile sapere quante donne vengano realmente uccise in quanto donne, perché l'unica fonte che abbiamo sono le notizie di cronaca", afferma Maura Misiti, demografa  dell'Istituto di ricerca sulla popolazione e le politiche sociali (Irpps) del Cnr, che da circa vent'anni si occupa di questo fenomeno. "Una base non scientifica e sicuramente sottostimata,  basti pensare agli omicidi delle prostitute che restano fuori dal conteggio, come tanti altri casi".

violenza contro le donne

Ma il femminicidio è solo la drammatica punta di un fenomeno diffuso e pervasivo: la violenza contro le donne, soprattutto all'interno della famiglia. "È un'emergenza sociale di cui le istituzioni devono farsi carico: con interventi nelle politiche del welfare, sostenendo i centri antiviolenza e facendo prevenzione" prosegue la ricercatrice.

Per sollecitare l'attenzione da parte del mondo politico, lo scorso novembre Serena Dandini ha portato sulla scena dei teatri italiani uno spettacolo dal titolo  'Ferite a morte' scritto in collaborazione con la Misiti: monologhi di donne uccise, raccontate dalle voci di altre donne, attrici, giornaliste, attiviste (nella foto in home page Ambra Angiolini, nell'articolo Serena Dandini). Il contribuito  scientifico della studiosa ha reso la rappresentazione ancor più aderente alla realtà. "Abbiamo lavorato basandoci sulla documentazione disponibile, a livello nazionale e internazionale. Sono stati analizzati  dati e ricerche, abbiamo individuato profili e psicologie per ridare voce alle vittime e sensibilizzare il pubblico, ma anche per sollecitare l'intervento politico delle istituzioni", conclude Misiti.

Ora i testi sono stati raccolti in un libro di prossima pubblicazione, dove i monologhi delle donne uccise testimoniano, attraverso la narrazione, come il fenomeno sia diffuso in tutto il mondo, in tutte le culture e in tutte le classi sociali.

Fonte: Maura Misiti, Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali, Roma, tel. 06/492724250 , email maura.misiti@irpps.cnr.it -