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Eu-Artech: per vedere cosa c‘è sotto i capolavori

di Sandra Fiore

Tra i progetti europei per la salvaguardia del patrimonio culturale si è appena concluso Eu-Artech (Access, research and technology for the conservation of the European cultural heritage), attivo dal 2004 al 2009 e finanziato nell'ambito del 6° Programma Quadro.Tra i progetti europei per la salvaguardia del patrimonio culturale si è appena concluso Eu-Artech (Access, research and technology for the conservation of the European cultural heritage), attivo dal 2004 al 2009 e finanziato nell'ambito del 6° Programma Quadro.

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Le competenze italiane quanto a restauro e conservazione sono note in tutto il mondo. Anche il Consiglio nazionale delle ricerche è presente sulla scena internazionale con progetti che hanno l'obiettivo di esportare e condividere il know how maturato nei laboratori. Tra i progetti europei per la salvaguardia del patrimonio culturale si è appena concluso Eu-Artech (Access, research and technology for the conservation of the European cultural heritage), attivo dal 2004 al 2009 e finanziato nell'ambito del 6° Programma Quadro.
Ad 'Eu Artech', nato come consorzio, hanno preso parte otto diversi paesi. L'Italia ha coordinato l'intera iniziativa tramite l'università di Perugia e vi hanno preso parte l'Istituto nazionale di ottica applicata (Inoa) e l'Istituto per la conservazione e valorizzazione dei beni culturali (Icvbc), entrambi del Cnr, l'Opificio delle pietre dure di Firenze e l'universita' di Bologna.
Quattro le strumentazioni nate da questa collaborazione europea. Tra queste, la riflettografia infrarossa multispettrale, messa a punto dall'Inoa-Cnr e destinata all'indagine sui dipinti. Lo strumento, posto di fronte a una tela, permette di ottenere simultaneamente 14 immagini, a diverse lunghezze d'onda, con una visione senza precedenti del disegno preparatorio sottostante e della distribuzione dei materiali. I conservatori possono così osservare con una risoluzione altissima le particolarità esecutive, il disegno preparatorio e le eventuali ridipinture, dettagli non visibili a occhio nudo. Molte volte infatti un dipinto può nascondere una 'realtà' altrettanto affascinante, indicativa del modus operandi di un artista. Tale considerazione non sfugge ai restauratori e agli storici dell'arte che ora possono contare sull'utilizzo di questa potente tecnologia per le loro indagini.
"La riflettografia, grazie alle proprietà di trasparenza degli strati pittorici alla radiazione infrarossa", spiega Brunetto Giovanni Brunetti, coordinatore scientifico di Eu-Artech, "consente la visualizzazione di caratteristiche sottostanti. La riflettografia multispettrale realizzata dall'Inoa-Cnr segna un'evoluzione rispetto alle apparecchiature esistenti che restituiscono una sola immagine dell'opera pittorica. A questa tipologia appartiene, ad esempio, lo strumento che permise già nel 2006 all'Istituto del Cnr di scoprire formidabili disegni sotto la Vergine delle Rocce di Leonardo, conservata nella National Gallery di Londra".
L'apparecchiatura, già sperimentata su opere di Van Gogh, Cimabue, Raffaello e Monet, va ad aggiungersi alle tante altre innovazioni e metodologie frutto di collaborazioni di ricerca del Cnr, in parte raccolte dal Dipartimento patrimonio culturale nel volume 'Internazionalizzazione. Storie, strategie e risorse del Cnr, sui beni culturali nel contersto internazionale'.

 

Fonte: Brunetto Giovanni Brunetti, coordinatore scientifico del Consorzio ‘Eu-Artech', università di Perugia, tel. 075/5855509, email bruno@dyn.unipg.it

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