Focus: Futuro

Il lavoro che verrà

Freccia in salita che rimanda ad un idea generale e condivisa di economia
di Cecilia Migali

Secondo l'Organizzazione internazionale del lavoro il 2021 si chiuderà con 100 milioni di posti in meno a livello mondiale e 26 milioni nel 2022, mentre i lavoratori poveri saranno 108 milioni in più. A creare nuovi e meglio remunerati impieghi saranno i settori della transizione ecologica e digitale, come evidenzia Emanuela Reale, direttore del Cnr-Ircres. Fondamentale è la formazione, come quella degli Istituti tecnici professionali per la formazione tecnica post diploma. Un ambito in cui il Cnr-Stiima è impegnato in prima linea, come spiega la ricercatrice Elisabetta Oliveri

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Il mondo del lavoro cambierà pelle e in questi ultimi mesi, complice anche la pandemia da Covid-19, ha già sperimentato una profonda trasformazione in termini di produttività, reddito, ma anche dal punto di vista organizzativo e tecnologico. Secondo l'Agenzia delle nazioni unite Oil (Organizzazione internazionale del lavoro), nel 2021 avremo a livello mondiale 100 milioni di posti di lavoro in meno e 26 milioni nel 2022, mentre aumenteranno di 108 milioni i lavoratori poveri. A fare la differenza sulla qualità del lavoro e sugli stipendi sarà l'innovazione tecnologica: secondo la banca dati Excelsior di Unioncamere, i settori della transizione ecologica e digitale guideranno infatti la richiesta di nuove figure professionali, altamente qualificate. In questi giorni si parla molto del nuovo progetto di Mark Zuckerberg, Metaverse, la piattaforma informatica del futuro per connettere le persone on line in realtà virtuale e aumentata, che punta a creare nei prossimi cinque anni 10mila nuovi posti di lavoro nell'Unione europea, soprattutto per ingegneri altamente specializzati.

Uomo sta effettuando una saldatura su metallo

“Dati di indagini internazionali mostrano che le competenze digitali, tecnologiche, ingegneristiche, matematiche e di innovazione 4.0 saranno sempre più ricercate; si stima che la richiesta di lavoratori con un e-skill, ossia con il possesso di almeno due e-skill, ammonterà a un numero compreso tra 886mila e 924mila unità. In futuro, quindi, ancora più di oggi il mercato del lavoro si rivolgerà soprattutto a data scientist, big data analyst, cloud computing expert, cyber security expert, business intelligence analyst e artificial intelligence system engineer”, spiega Emanuela Reale direttore dell'Istituto di ricerca sulla crescita economica sostenibile (Ircres) del Cnr. “Inoltre, il sistema produttivo italiano e la Pa richiederanno il possesso di competenze verdi a 2,2-2,4 milioni di occupati. Nasceranno figure professionali come il giurista ambientale, lo specialista in contabilità verde, l'esperto in fondi di investimento green, l'addetto commerciale per la promozione di nuovi materiali sostenibili o il responsabile degli acquisti green. Competenze di questo tipo saranno necessarie però anche a tutte quelle professioni più tradizionali che dovranno approcciarsi alla transizione ecologica”.

Anche la modalità del lavoro è destinata a cambiare sempre di più nel tempo. “Diversi studi indicano che le imprese accentueranno la tendenza alla smaterializzazione del lavoro, con un maggiore ricorso al lavoro in remoto, all'utilizzo di forme temperate di smart working e a una riduzione della forza lavoro a favore di alternative tecnologiche”, conclude il direttore del Cnr-Ircres. “Secondo il rapporto McKinsey 'The future of work after Covid-19' si stima che circa il 20-25% della forza lavoro nelle economie avanzate potrebbe lavorare da casa da 3 a 5 giorni a settimana”.

Un ruolo fondamentale nel lavoro di domani sarà svolto poi dalla formazione, e non solo quella universitaria, ma anche quella degli Its, gli Istituti tecnici professionali per la formazione tecnica post diploma, dai quali uscirebbero risorse umane con elevate competenze tecniche e tecnologiche, pronte per essere impiegate nel comparto industria. Ogni anno però in Italia sono solo 4.000 i diplomati Its, mentre, secondo Unimpiego Confindustria, le imprese ne assumerebbero almeno 20.000. “Gli Its sono una realtà ancora poco conosciuta nel nostro Paese, a differenza della Germania ad esempio, dove gli iscritti ai corrispettivi Its sono 800.000 contro i nostri 10.000”, spiega Elisabetta Oliveri, ricercatrice dell'Istituto di sistemi e tecnologie industriali intelligenti per il manifatturiero avanzato (Stiima) del Cnr. “Per questo è necessario fare sistema con le scuole secondarie e le università per mettere in campo un orientamento più efficace. Gli Its sono una grande opportunità: gli allievi in uscita hanno competenze tecniche specialistiche ma possiedono anche soft skills, sanno lavorare in gruppo, affrontare e risolvere problemi”.

Il Cnr-Stiima oggi è impegnato in prima linea in questo ambito, è infatti socio fondatore della Fondazione Its  “Energia, ambiente ed edilizia sostenibile”, denominata Fondazione Green. “Attualmente ospitiamo a Milano l'Its Sustainable Digital Factory 4.0 Specialist, con il quale intendiamo formare una nuova generazione di tecnici per supportare i processi decisionali e tecnici in un'ottica di fabbrica sostenibile, digitale, efficiente, sicura e incentrata sulle persone che vi lavorano”, conclude Oliveri.

Fonte: Elisabetta Oliveri, Istituto di sistemi e tecnologie industriali per il manufatturiero avanzato , email emanuela.reale@ircres.cnr.it - Emanuela Reale, Istituto di ricerca sulla crescita economica sostenibile, tel. 06 4993 7853 , email emanuela.reale@ircres.cnr.it -

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