Università ed Enti

Xylella, rigenerazione possibile

territorio agricolo
di Marina Landolfi

Ricercatori, aziende agricole e agroalimentari ed enti pubblici sono coinvolti nel progetto coordinato dal Distretto agroalimentare di qualità jonico salentino per rinverdire il Salento nella fase post-xylella e ricreare il territorio distrutto da questo batterio, che vive e si moltiplica nei vasi conduttori della linfa grezza delle piante di ulivo. Previsto un piano di riforestazione che riguarderà le province di Lecce, Brindisi e Taranto

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Parte dal Distretto agroalimentare di qualità jonico salentino (Dajs) il contratto di distretto “Rigenerazione sostenibile” finalizzato a riportare verde e copertura arborea  in Salento, con la ricostruzione e la differenziazione dell'agricoltura, del paesaggio e dell'economia del territorio distrutto dalla xylella, il batterio che vive e si moltiplica  all'interno dei  vasi conduttori della linfa grezza degli ulivi portando le piante a un rapido declino e morte. Il Dajs, coordinatore del programma,  comprende, all'interno del progetto, diverse linee di studio che riguardano la valutazione e la pianificazione di interventi di riforestazione del territorio distrutto da questa fitopatologia nelle tre provincie di Lecce, Brindisi e Taranto.

L'iniziativa  prevede  investimenti da parte di varie imprese, aziende agricole e agroalimentari e un  progetto di Ricerca e sviluppo che vedrà coinvolti  Università del Salento, Istituto agronomico mediterraneo, Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici, Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Consiglio  nazionale delle ricerche, Università degli studi e Politecnico di Bari. “Lanciamo una grande mobilitazione territoriale attraverso le comunità”, dichiara Pantaleo Piccinno, presidente del Dajs. “Il Dajs si offre come supporto tecnico: facciamo emergere questa volontà di rinverdire il Salento, sia che si tratti di enti pubblici, ma anche privati, che siano imprese agricole, ma che sia anche il singolo che ha un pezzo di terra e non sa che farne”.

batterio xylella

L'area coinvolta può diventare un laboratorio di sperimentazione ambientale da riproporre a livello internazionale. “È importante sensibilizzare le comunità locali sull'opportunità di investire in un sistema di riforestazione, di connessione di piccole porzioni di territorio che riproducano l'ossigeno che manca dopo la perdita di milioni di ulivi”, sostiene Teodoro Miano, docente dell'Università di Bari. “Il bosco che immaginiamo per il Salento non avrà solo valore estetico ma anche produttivo: pensiamo al carrubo e ad altre essenze che potranno creare filiere produttive aggiuntive”. A breve partirà una ricognizione delle aree del leccese candidabili al progetto di riforestazione. “Ricostruire il paesaggio è una priorità assoluta anche per i risvolti sociali ed economici”, afferma Stefano Minerva, presidente della provincia di Lecce. “La provincia è pronta ad assumere il ruolo di coordinamento delle amministrazioni locali”.

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