Focus: Vendemmia e vino

Vino sì, ma con moderazione

Calici di vino
di Rita Bugliosi

Questa bevanda contiene sostanze benefiche per l'organismo, come i polifenoli, ma se assunta in quantità eccessive può essere dannosa per la salute, provocando patologie quali l'epatite e l'ictus emorragico. Ne abbiamo parlato con Rosalba Giacco e Claudia Vetrani dell'Istituto di scienze dell'alimentazione del Cnr

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Il vino è una bevanda che spesso si consuma in compagnia e che favorisce la socializzazione e la convivialità. A questi effetti che la sua assunzione produce a livello emotivo se ne affiancano naturalmente altri a livello organico, legati alla sua composizione: una miscela di acqua, alcol etilico e polifenoli. “Le evidenze scientifiche indicano che il consumo di dosi moderate di vino si associa a una riduzione degli eventi cardiovascolari e del rischio di morte improvvisa, oltre che a un aumento dell'Hdl-colesterolo, la lipoproteina che protegge dall'aterosclerosi”, spiega Rosalba Giacco dell'Istituto di scienze dell'alimentazione (Isa) del Cnr. “Rispetto ad altre bevande alcoliche, il vino, in particolare quello rosso, produce una protezione cardiovascolare legata al suo contenuto in polifenoli, soprattutto resveratrolo”.

Tanti sono gli effetti positivi sulla salute di queste molecole. “I benefici sono legati alle loro proprietà antiossidanti, che contrastano cioè l'azione dei radicali liberi, diminuendo i processi di ossidazione e di infiammazione a carico delle cellule dell'organismo”, continua Giacco. “Il resveratrolo, sembra avere effetti anche sul miglioramento del metabolismo glico-lipidico, ma le evidenze scientifiche derivanti dagli studi sull'uomo danno risultati contrastanti. I risultati di una nostra ricerca pubblicata su “Clinical Nutrition 2018”, mostrano che l'effetto cardioprotettivo dei polifenoli del vino è legato, oltre che al resveratrolo, a diverse classi di polifenoli che sono in grado di controllare la maggior parte dei fattori di rischio cardio-metabolico. Il vino rosso ha comunque un contenuto di polifenoli maggiore del vino bianco (rispettivamente 216 mg/100 ml e 32 mg/100 ml)”.

Il consumo di vino in quantità eccessive può invece determinare un aumento del peso corporeo. “Il vino fornisce 7 kcal/g di alcol, bisogna quindi fare molta attenzione alla quantità che se ne assume, anche perché le calorie introdotte attraverso bevande alcoliche, vino incluso, sono le prime a essere utilizzate dall'organismo e questo fa sì che l'energia fornita invece dai carboidrati e dai lipidi vada a depositarsi nel tessuto adiposo sotto forma di grassi di riserva”, chiarisce Claudia Vetrani del Cnr-Isa. “Nelle ultime Linee guida, la quantità massima di vino consigliata è di due-tre bicchieri al giorno per l'uomo e di uno-due bicchieri al giorno per la donna (un bicchiere = 150 ml)”.

Calici pieni di vino

Un'assunzione eccessiva di alcol può determinare però anche altri problemi, oltre all'aumento di peso. “Bere troppo vino può causare danni al fegato e a livello del sistema nervoso, può aumentare il rischio di ictus emorragico e di tumori dell'apparato digerente”, precisa Giacco. “Va poi sottolineato che la sensibilità agli effetti dell'alcol aumenta notevolmente con l'avanzare dell'età per le modifiche fisiologiche e metaboliche determinate nell'organismo con il passare degli anni: a partire dai 50 anni diminuisce in modo fisiologico la quantità di acqua presente nell'organismo, per cui l'alcol subisce una minore diluizione. Questo significa che, a parità di alcol ingerito, il tasso alcolemico risulta più elevato e gli effetti sono più marcati. Inoltre, il ridotto funzionamento di alcuni organi, come il fegato e i reni, può determinare una riduzione del metabolismo dell'alcol. Pertanto, in età avanzata, anche un consumo moderato di vino può avere effetti negativi”.

Particolare cautele vanno poi osservate in alcune fasi della vita e in determinati gruppi di popolazione a rischio. “Le donne in gravidanza devono astenersi completamente dal consumo di alcolici, quindi anche di vino, poiché l'alcol può attraversare la barriera placentare, esercitando effetti nocivi sul feto e determinando nel nascituro disturbi fisici, psicologici e neurologici”, conclude Vetrani. “Anche nell'infanzia e nell'adolescenza occorre evitare del tutto l'uso di bevande alcoliche, sia per una non adeguata capacità dell'organismo di metabolizzare l'alcol, sia per prevenire il rischio di alcolismo. Infine, il consumo di tutte le bevande alcoliche, incluso il vino, è controindicato in pazienti con malattie del fegato, cardiomiopatia (patologie che colpiscono il muscolo cardiaco riducendo l'efficienza del cuore) o con aritmie cardiache e nei pazienti ipertesi a elevato rischio di ictus emorragico (forma di ictus scatenata dalla rottura della parete di un'arteria del cervello, che provoca una emorragia cerebrale difficile da bloccare)”.

Fonte: Rosalba Giacco, Istituto di scienze dell'alimentazione, tel. 0825/299341, e-mail: rgiacco@isa.cnr.it; Claudia Vetrani, Istituto di scienza dell'alimentazione, Avellino, e-mail: c.vetrani@libero.it

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