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Muoversi a impatto zero

mobilità sostenibile
di Marina Landolfi

Questo l'obiettivo dei Paesi europei e delle aziende per raggiungere una mobilità sostenibile, rispettosa dell'ambiente e che sfrutti al meglio le risorse disponibili per abbattere l'impatto ambientale. Nuovi approcci green per spostarsi sono sempre più diffusi: dai mezzi pubblici ecologici al car sharing, fino ai bus elettrici per spostamenti di lunga percorrenza

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n Europa, terza area più urbanizzata al mondo, la popolazione vive concentrata nelle città, dove avviene la maggior parte degli spostamenti, con una qualità dell'aria oltre i limiti di sicurezza per la salute. Raggiungere un approccio più consapevole della mobilità pubblica e privata, che rispetti l'ambiente, sfrutti al meglio le risorse disponibili e non inquini, rappresenta una delle sfide principali degli ultimi anni per i Paesi europei. Per realizzare la mobilità sostenibile, riducendo al minimo l'impatto ambientale e ottimizzando l'efficienza degli spostamenti, l'Unione Europea ha messo a disposizione un'intensa attività normativa con bandi e programmi per raggiungere l'obiettivo di veicoli a impatto zero e con finanziamenti per oltre 950 milioni di euro messi in campo da Horizon 2020 e Connection Europe Facility (Cef). L'ultimo aggiornamento statistico sulle rinnovabili nei trasporti comunitari, pubblicato da Eurostat, evidenzia come l'obiettivo di arrivare al 10% della domanda del settore con strumenti alternativi, fissato dal 2009, vede la Svezia al primo posto con il 30,3%, l'Austria seconda con il 10,6% e l'Italia al nono posto con il 7,1%.

impatto ambientale

Nel quadro delle iniziative per il contrasto alle emissioni di CO2, lo scorso novembre la Commissione europea ha promosso il programma 'Clean Mobility Package', proponendo nuovi target di mobilità sostenibile con macchine a emissione zero. Il programma si rivolge alle aziende automobilistiche, che entro il 2030 devono ridurre del 30% i tassi di emissione di vetture e furgoni. Sono inoltre previste revisioni sui trasporti combinati con l'utilizzo di diversi modi per la spedizione merci, dal treno alle navi e servizi pullman per passeggeri, per aumentare le connessioni via bus e diminuire il numero di macchine su strada. FlixBus, la società tedesca di autobus extra-urbani low cost, che dal 2013 offre una flotta di mezzi moderna, con un livello di emissione minima di gas serra, intende ridurre ulteriormente il proprio impatto ambientale, permettendo ai propri passeggeri di viaggiare a emissione zero, compensando del tutto le emissioni di CO2 della propria corsa con un piccolo contributo che finanzierà progetti di protezione del clima, certificati dall'organizzazione Atmosfair. L'azienda, in Italia da tre anni, ha trasportato 10 milioni di persone e collegato oltre 300 città; l'impegno per la mobilità green viene portato avanti con soluzioni di viaggio intermodali e sostenibili, come alternativa all'auto privata, fino al trasporto elettrico, testato recentemente in Francia e Germania anche per spostamenti di lunga percorrenza.

Numerosi studi hanno dimostrato che per migliorare il sistema dei trasporti si deve puntare su servizi pubblici condivisi e più ecosostenibili, rendendo così le città più sicure e vivibili. Una ricerca pubblicata da Greenpeace lo scorso maggio dal titolo 'Living.Moving. Breathing.Ranking of European Cities in Sustainable Transport', ha comparato i dati di 13 città europee in fatto di mobilità sostenibile. L'analisi, riferita al 2016, è stata condotta in base a vari criteri, tra cui sicurezza stradale, qualità dell'aria e trasporti pubblici: Copenhagen è risultata al primo posto, seguita da Amsterdam e Oslo, con Roma in ultima posizione. È stata evidenziata l'importanza della mobilità per salute, economia e vivibilità delle città, che va costruita con impegno e strategie efficienti per tenere in equilibrio gli interessi individuali e della collettività.

Una fotografia sulle condizioni in cui si trovano i centri urbani italiani arriva dall'undicesimo rapporto 'Mobilità sostenibile in Italia: indagine sulle principali 50 città', realizzato da Euromobility con il patrocinio del ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. I dati sono positivi, ma ancora inferiori rispetto alle altre città d'Europa in cui la sharing mobility e le altre forme di mobilità eco-sostenibili sono integrate nei territori urbani ed extraurbani. Nel 2016, Parma è risultata la città italiana più 'eco-mobile' con mezzi pubblici ecologici, car sharing, piste ciclabili, zone a traffico limitato e tra le prime a dotarsi di un piano urbano della mobilità sostenibile (Pums). Nelle prime posizioni anche Milano e Torino, Roma è al quindicesimo posto e l'Aquila, Siracusa e Catanzaro risultano tra le città più 'insostenibili'. “Questo undicesimo rapporto segnala un miglioramento della qualità dell'aria nelle nostre città, da attribuire però in massima parte alle condizioni meteorologiche decisamente più favorevoli di quelle che nel 2015 avevano portato il ministero dell'Ambiente a emanare un piano di contenimento e a stanziare risorse dedicate”, sottolinea Lorenzo Bertuccio, presidente di Euromobility. “Non abbassare la guardia significa però soprattutto uscire dalla logica emergenziale e affidarsi alla pianificazione, seguendo l'esempio di città come Bari, Foggia, Forlì, Parma Pescara, Prato, Reggio Calabria, Milano e Torino”.

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