Focus: Paure

A tavola meno rischi con l'informazione

tavola apparecchiata
di Anna Capasso

Verificare origine e composizione di quello che mettiamo nel carrello della spesa è una tutela per la nostra salute. Ce lo ricorda Alfonso Siani dell'Istituto di scienza dell'alimentazione Cnr, evidenziando comunque l'ottima qualità dei prodotti italiani e europei

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l tema della sicurezza alimentare è molto sentito dai consumatori ed è una delle questioni più dibattute anche in ambito europeo. Sapere quali sono la provenienza, la qualità e la modalità di produzione del cibo che mettiamo in tavola è interesse di tutti, oltre che essenziale per garantire credibilità e affidabilità del sistema agro-alimentare. Il recente caso del Fipronil, con il riscontro di livelli superiori alle dosi ammissibili di questo insetticida in uova e prodotti derivati, è un esempio di cattiva pratica industriale nel settore.

“In base alle notizie disponibili, il prodotto sarebbe stato utilizzato, in dosi eccessive, per bonificare terreni destinati all'allevamento delle galline da uova. Fortunatamente, il Fipronil ha effetti tossici solo se assunto in forti dosi, mentre per piccole quantità i rischi sono limitati”, spiega Alfonso Siani dell'Istituto di scienze dell'alimentazione (Isa) del Cnr di Avellino.

Ma cosa può fare il consumatore per prevenire e salvaguardare la propria salute a tavola? “La tracciabilità rappresenta lo strumento più importante per la sicurezza alimentare, giacché permette di risalire lungo la filiera processi di produzione, confezionamento, stoccaggio e distribuzione”, prosegue il ricercatore dell'isa-Cnr. “Per quanto riguarda il cibo confezionato, la disciplina europea sull'etichettatura introdotta nel dicembre 2016 ha molto migliorato l'informazione disponibile. Oltre alla composizione nutrizionale e alla scadenza, per molti prodotti è ora indicata anche l'origine dell'alimento. Leggere bene l'etichetta e servirsi di fornitori di fiducia è, quindi, il primo passo per evitare rischi a tavola”.

 

tavola da colazione

Possiamo comunque sentirci tutelati anche quando acquistiamo prodotti freschi direttamente dal produttore. “L'uso di sostanze chimiche nei processi di coltivazione e conservazione dei prodotti agricoli è strettamente regolato, grazie alle nuove norme che richiedono il conseguimento di un patentino, tramite corsi ad hoc, a chiunque intenda acquistare e/o utilizzare agrofarmaci e pesticidi a scopo agricolo”, precisa Siani.

Esiste poi un più ampio sistema di controllo, sempre a livello europeo. Periodicamente l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) pubblica una lista sui residui di pesticidi nei prodotti alimentari osservati in tutta l'Unione. “I dati di esposizione dell'ultimo rapporto Efsa (2015) sono confortanti e confermano che in media i prodotti alimentari di provenienza comunitaria presentano livelli migliori rispetto a quelli extracomunitari”, aggiunge il ricercatore. “Il 97,2% dei campioni analizzati rientra nei limiti di legge consentiti dalla normativa Ue: il 53,3% è privo di residui quantificabili, mentre il 43,9% contiene residui che non superano i limiti di legge. I prodotti italiani si confermano i più analizzati d'Europa e tra i più sicuri: a fronte di una media di superamento dei limiti di legge dei residui di pesticidi del 2,8% a livello globale e dell'1,7% nell'Ue, il dato per l'Italia è dell'1,5%. I limiti di legge dei campioni provenienti da Paesi extra Unione sono stati superati nel 5,6%, comunque in calo rispetto al 6,5% del 2014”.

Lo scandalo delle uova contaminate dal Fipronil è l'ultimo di un lungo elenco di emergenze sanitarie che hanno coinvolto il settore animale; negli anni passati l'influenza aviaria, la febbre suina, la mucca pazza hanno suscitato allarme nel nostro Paese e in tutta Europa ma, finito il richiamo mediatico, queste epidemie sembrano essere sparite. È veramente così? “Allo stato attuale, in Europa non c'è un allarme specifico riferito a patologie epidemiche su base alimentare. I casi citati, a parte la Bse o mucca pazza, hanno provocato in Italia un allarme molto superiore al rischio poi effettivamente riscontrato. Anche in questo caso è attivo in Europa un sistema di sorveglianza che effettua un monitoraggio attivo, individuando precocemente le potenziali fonti di pericolo”, conclude Siani.

 

Fonte: Alfonso Siani, Istituto di scienze dell'alimentazione, tel. 0825/299353 , email asiani@isa.cnr.it -

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