Focus: La scienza in cucina

Con le spezie piatti saporiti e salutari

Peperoncino
di Rita Bugliosi

Sono sempre più numerosi gli studi che evidenziano il ruolo protettivo svolto da queste sostanze naturali nei confronti di molte malattie: dal diabete all'infarto, dal tumore alle infezioni batteriche. Ce ne parla Maria Pia Fuggetta, responsabile del Laboratorio di immunofarmacologia di sostanze naturali dell'Ift-Cnr

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Utilizzate sin dall'antichità nella cucina orientale, sempre più spesso le spezie vengono usate anche nelle nostre cucine per insaporire e aromatizzare i cibi. Oltre a trasformare piatti semplici in pietanze gustose senza l'aggiunta di grassi e calorie, queste sostanze possono avere effetti benefici per l'organismo, grazie anche alla presenza dei polifenoli, gruppo ampio ed eterogeneo di sostanze naturali, caratterizzate da effetti positivi sulla salute.

“Sono in aumento gli studi condotti sulle spezie e sui componenti chimici in esse presenti e sono tante le evidenze scientifiche sul potenziale ruolo protettivo di queste sostanze naturali nei confronti di malattie croniche degenerative e sul cancro”, spiega Maria Pia Fuggetta dell'Istituto di farmacologia translazionale (Ift) del Cnr, responsabile del Laboratorio di immunofarmacologia di sostanze naturali. “È importante tenere presente però che naturale non è sinonimo di innocuo e che accanto agli effetti benefici si debbono considerare condizioni particolari come intolleranze, gravidanza e alcune patologie che possono sconsigliare l'uso di alcune spezie“.

Tra le spezie più utilizzate in questi ultimi anni, la curcuma ha guadagnato una grande attenzione per le sue pregevoli proprietà. “Antiossidante, antinfiammatoria, antivirale, antipertensiva, antidiabetogena e ipocolesterolemizzante, la curcuma stimola la secrezione biliare favorendo la digestione dei grassi, ha effetti cicatrizzanti ed elevate proprietà anti cancro”, prosegue la ricercatrice. “È stata inoltre suggerita la sua efficacia in caso di artrite e nel morbo di Crohn. Tra i componenti della curcuma, la curcumina è oggi molto studiata e si è osservato che influenza una vasta gamma di bersagli molecolari e vie di segnale all'interno della cellula. Può inoltre aumentare l'efficacia di alcuni agenti chemioterapici e/o mitigarne gli effetti tossici, tanto che oggi si propone anche in associazione a terapie convenzionali in oncologia per potenziarne gli effetti”.

Consigliabile è anche il consumo dello zenzero. “Originario dell'India e della Malesia viene usato sia fresco sia in polvere per condire zuppe, pesce, verdure e dolci; può essere impiegato anche per la preparazione di bevande calde in infusione”, precisa Fuggetta. “Lo zenzero ha numerose proprietà: antinfiammatoria, antiossidante, antitumorale, antidolorifica, contrasta la coagulazione del sangue, ha effetto ipoglicemizzante e può quindi contrastare l'insorgenza del diabete, ha un'attività antinausea e anti vomito tali da poter essere usato come rimedio naturale nella chemioterapia”.

Curcuma

Anche la cannella originaria dello Sri Lanka, ha numerose proprietà benefiche. “È un antisettico naturale, in grado di combattere funghi, virus e batteri. È un potente antiossidante, stimola la circolazione sanguigna e favorisce la digestione, contrastando la fermentazione addominale, regola la glicemia e può essere utilizzata contro i dolori mestruali”. Ricca di effetti positivi poi la noce moscata, originaria delle isole Molucche (Indonesia). “Questa spezia è antiossidante, analgesica, favorisce la digestione, contrasta la nausea e ha proprietà antibatteriche; se assunta in dosi elevate può però provocare convulsioni e allucinazioni”, aggiunge l'esperta.

Altrettanto benefico per l'organismo è il peperoncino, diffuso in Italia da più tempo. “Ha proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antidolorifiche; la capsaicina, responsabile della piccantezza di questa spezia, provoca la secrezione di endorfine, che vanno a legarsi a recettori che inibiscono la sensazione di dolore e possono indurre una sensazione di benessere”, conclude Fuggetta. “Stimola inoltre la termogenesi, favorisce la digestione, abbassa il livello di colesterolo nel sangue e ostacola la formazione di trombi”.

Rita Bugliosi

Fonte: Maria Pia Fuggetta, Istituto di farmacologia traslazionale (Ift-Cnr), tel. 06/49934610, e-mail: mariapia.fuggetta@ift.cnr.it

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