Focus: Consigli per l'ambiente

Prima di mangiare, pensa

alimentazione
di Marina Landolfi

Sprechiamo ben un terzo del cibo prodotto e un costo enorme e assurdo, pensando alle persone sottonutrite. Gianvincenzo Barba, dell’Istituto di scienze dell’alimentazione del Cnr, spiega come razionalizzare il consumo degli alimenti

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La lotta agli sprechi alimentari è uno dei temi centrali della giornata mondiale dell’ambiente che si celebra il 5 giugno. Le nostre scelte sul cibo, infatti, sono in stretta relazione con lo sfruttamento delle risorse e hanno un inevitabile 'costo’ ambientale.

“La produzione degli alimenti di origine animale e, in minore misura, di frutta e verdura comporta complesse interazioni con l’ambiente - dal consumo di acqua e di risorse del suolo alla produzione di anidride carbonica - e lascia una 'impronta ecologica’”, ricorda Gianvincenzo Barba, dell’Istituto di scienze dell’alimentazione (Isa) del Cnr di Avellino.

consumo cibo

Parte di questi costi ambientali sono dovuti però agli alimenti prodotti e sprecati. “Le stime della Fao parlano chiaro: ogni anno nel mondo vengono buttati via 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti, un terzo di tutto il cibo prodotto e il quadruplo di quanto servirebbe a nutrire i circa 900 milioni di persone che nel mondo soffrono la fame”, prosegue il ricercatore. “Secondo l’Unep la produzione alimentare globale è responsabile del 70% del consumo di acqua dolce e dell'80% della deforestazione, oltre a creare almeno il 30% delle emissioni globali di gas a effetto serra”.

Un allarme che deve incentivare comportamenti più virtuosi. “Lo spreco di cibo e il danno ambientale sono generati per circa la metà dai processi di trasformazione industriale dell’alimento e dal suo trasporto sulle nostre tavole”, continua Barba. “Ma anche ognuno di noi può nel suo piccolo cambiare la situazione, ad esempio, facendo la spesa in modo mirato, controllando la data di scadenza dei prodotti, finendo ciò che è nel frigo prima di acquistare nuovi alimenti, comprando le quantità giuste e riciclando gli avanzi”.

Dai dati presentati al recente convegno della Società italiana di nutrizione umana (Sinu) è emerso come anche seguire la dieta giusta sia 'green’. “Una settimana di dieta proteica determina l’utilizzo di circa 200 m² di suolo, un consumo di circa 20.000 litri di acqua ed emissioni di anidride carbonica per circa 30 kg/CO2 equ., ovvero circa il doppio dell’impatto ambientale che si ha adottando la dieta mediterranea”, conclude l’esperto.

Fonte: Gianvincenzo Barba, Istituto di scienza dell'alimentazione, Avellino, tel. 0825/299321 , email gbarba@isa.cnr.it -

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