Focus

Sbalzi di temperatura, calo di sciatori

di Anna Capasso

 

Che sia o meno una settimana, la vacanza in montagna è sempre un'attrazione imperdibile per il turista invernale. Ogni anno folle di sciatori si ritrovano nelle località montane alla ricerca di svago, aria pura e, ovviamente, neve. E se alle richieste di maggiore attenzione da parte degli ospiti vacanzieri molte delle nostre regioni rispondono con puntualità a livello di ricezione alberghiera o servizi di accoglienza, poco si fa nella gestione turistica in nome della ‘sostenibilità'.

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Che sia o meno una settimana, la vacanza in montagna è sempre un'attrazione imperdibile per il turista invernale. Ogni anno folle di sciatori si ritrovano nelle località montane alla ricerca di svago, aria pura e, ovviamente, neve. E se alle richieste di maggiore attenzione da parte degli ospiti vacanzieri molte delle nostre regioni rispondono con puntualità a livello di ricezione alberghiera o servizi di accoglienza, poco si fa nella gestione turistica in nome della 'sostenibilità'.
"Turismo sostenibile significa, in primo luogo, gestire correttamente l'affluenza turistica così da mitigarne l'impatto sull'ambiente", sostiene Antonio Raschi, ricercatore dell'Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Cnr di Firenze. "Di qui la necessità di un monitoraggio dei flussi turistici, che tenga in considerazione anche i cambiamenti climatici in corso e che, attraverso strumenti di ricerca, permetta una crescita dell'economia locale nel rispetto della natura".
E un esempio (forse il solo in Italia) di utilizzo delle informazioni sui flussi turistici abbinata ai dati meteo proviene da un'interessante ricerca dell'Ibimet-Cnr effettuata in collaborazione con Trento, unica provincia dotata di una banca dati ultra ventennale (dal 1982 a oggi), oltre che di una rete di stazioni meteo molto efficiente. "Sulla base di questi dati storici, abbiamo effettuato un'analisi del rapporto tra le presenze di turisti nel periodo invernale e l'andamento meteo", spiega Raschi. "Comparando i dati di temperatura, profondità media della neve e flusso turistico abbiamo notato che i mesi preferiti da chi ama sciare sono senz'altro gennaio e febbraio perchè le temperature più fredde 'conservano' meglio la neve, evitando di fare sci 'nautico' sulle piste".
Lo studio, però, evidenzia anche un trend negativo se il termometro scende troppo sotto zero o se, al contrario, le temperature vanno al di sopra delle medie stagionali. "In questo caso", sostiene Raschi, "sarebbe utile investire in programmi di accoglienza verso altre categorie turistiche, come anziani e bambini, che godrebbero di 'pacchetti speciali', con enormi vantaggi per tutti".
Ma la ricerca dell'Ibimet-Cnr potrebbe servire anche a pianificare le possibilità di crescita di alcune stazioni sciistiche. "Se, come pare, nei mesi di marzo e aprile le temperature tendono a salire molto e la copertura nevosa a ridursi notevolmente, con evidente diminuzione degli sciatori", conclude il ricercatore, "il buon senso - ovvero il senso 'sostenibile'- dovrebbe suggerire cautela negli investimenti per nuove stazioni sciistiche intorno ai mille metri perchè sarebbero a rischio di operatività, soprattutto nella seconda metà della stagione".

 

Fonte: Antonio Raschi, Istituto di biometeorologia, Firenze, tel. 055/3033711, email a.raschi@ibimet.cnr.it