Focus: Agrolaimentare

Titolo ed estratto Sezione Numero di pubblicazione Dal monastero all'Imamoter-Cnr

Imamoter Cnr
di Sandra Fiore

Sui terreni dell'antica Abbazia di Vezzolano, il Cnr rinnova con sofisticati mezzi agricoli e con la ricerca sulle piante officinali e sulle varietà da frutto antiche il lavoro dei campi dei monaci benedettini

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Abbazia di Vezzolano

Quando si pensa ad Asti e alla sua provincia, la mente corre subito ai frutteti e vigneti di questa meta del turismo enogastronomico. Sui terreni dell'abbazia medievale di Vezzolano (At), gioiello del romanico piemontese, l'Istituto per le macchine agricole e movimento terra (Imamoter) del Cnr sperimenta e certifica centinaia di macchine agricole prodotte dalle aziende italiane. "Sono circa trecento le imprese con cui lavoriamo e che si rivolgono a noi per avere ‘il via libera' alla produzione e alla commercializzazione di questi mezzi", spiega Renato Delmastro dell'Istituto.

La semina, la potatura, la falciatura, la raccolta dei frutti, praticate manualmente dai monaci di Vezzolano tra una preghiera e l'altra, ora vengono eseguite sugli stessi terreni da mezzi meccanici sottoposti alla verifica del Cnr, che qui gestisce un'azienda agricola sperimentale in collaborazione con la Regia Accademia dell'Agricoltura di Torino, attuale proprietaria delle terre, e con la Comunità Collinare Alto Astigiano. "Il lavoro dell'Imamoter", continua Delmastro, "comprende infatti anche la messa a dimora delle antiche piante da frutto del pomario dell'Abbazia, in collaborazione con l'Associazione ‘Frutteto della Canonica di Vezzolano', sorta proprio per la salvaguardia di questo paesaggio che richiama ogni anno circa 100 mila visitatori".

Così, se il contesto monumentale di Vezzolano si è eccezionalmente conservato nel tempo, le attività agricole tradizionali sono ora rinvigorite anche grazie alle ricerche del Cnr. "Negli ultimi anni sono state messe a dimora 19 specie tra mele, pere, prugne e albicocche che compongono il nuovo frutteto autoctono", aggiunge il ricercatore. "Fino al 2012 è previsto un ulteriore ampliamento dell'impianto con l'aggiunta di nuove specie. Non mancano, inoltre, piante officinali, di cui si ha un ampio campo-catalogo, nocciole della varietà piemontese, e, visto che siamo in una famosa regione vinicola, la messa a dimora dei vitigni Souvignon e Arneis, oltre a Barbera, Freisa, Malvasia e Nebbiolo. I visitatori richiamati dall'Abbazia si aggirano volentieri anche tra i nostri noccioleti e orti di erbe aromatiche e officinali, facendo passeggiate tra filari di viti e alberi da frutto".

L'attività agricola dell'Imamoter raggiunge così un duplice obiettivo: recuperare le varietà in via di estinzione e utilizzare tali colture per provare il funzionamento e la sicurezza delle macchine agricole prodotte dalle imprese italiane. "Nel contempo", conclude Delmastro, "sviluppiamo prototipi e numerosi brevetti ceduti alle aziende con i diritti di sfruttamento".

Fonte: Roberto Delmastro , Istituto per le macchine agricole e movimento terra, Torino, tel. 011/9920669, email r.delmastro@asv.imamoter.cnr.it

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