Focus: Gli eventi del 2017

Terremoto sul vulcano

fumarole
di Anna Capasso

Si è progressivamente ridotto il numero di arrivi sulle coste orientali e occidentali del Mediterraneo europeo, ma gli osservatori avvertono che la situazione potrebbe cambiare nuovamente. Ne abbiamo parlato con Corrado Bonifazi e Angela Paparusso del Cnr-Irpps e con Salvatore Capasso del Cnr-Issm

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Il 21 agosto alle 20:57 un terremoto di magnitudo 4.0, con ipocentro a circa 2 km di profondità, ha colpito l'isola di Ischia provocando perdite di vite umane, il crollo di alcune case e un abbassamento del suolo di 4 centimetri, misurato con indagini radar dall'Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell'ambiente (Irea) del Cnr in un'area a ridosso di Casamicciola Terme, la più colpita dai crolli.

“Il terremoto che ha interessato Ischia va inquadrato in una complessa situazione geologica”, spiega Andrea Billi dell'Istituto di geologia ambientale e geoingegneria (Igag) del Cnr di Roma. “L'isola costituisce infatti la parte sommitale emersa di un grande apparato vulcanico attivo, che si erge per circa 900 m dal fondale marino e la sua attività vulcanica, come quella del Vesuvio e dei Campi Flegrei, si inserisce nel processo tettonico estensionale crostale, per cui le placche della crosta terrestre tendono ad allontanarsi tra di loro. Processo che interessa il bacino tirrenico e le aree costiere peri-tirreniche a partire almeno dal tardo Miocene (5-10 milioni di anni fa) ed è a tutt'oggi attivo”.I v

ischia

I vulcani attivi sono spesso sede di terremoti di media e bassa magnitudo, indotti dal movimento di fluidi vulcanici che facilitano processi di fratturazione e fagliazione oppure dal collasso dell'edificio vulcanico sotto il suo stesso peso. “Gli studi storici di carattere sismologico riportano per Ischia almeno 12 terremoti in tempi storici compresi tra il 1275 e il 1980 d.C., con magnitudo compresa fra 3 e 4 gradi”, prosegue Billi. “In particolare, si deve ricordare il sisma del 1883, sicuramente il più devastante nella storia specie per Casamicciola, dove le vittime furono ben 2.312 e la maggior parte delle abitazioni crollò”.

Per quanto riguarda l'ultimo evento tellurico che ha colpito la medisima località, la scarsa profondità dell'ipocentro (solo 2 km) potrebbe aver favorito la concentrazione dell'energia rilasciata. Ma non solo. “La presenza in corrispondenza di Casamicciola di terreni sciolti poco rocciosi potrebbe aver generato il noto effetto di amplificazione delle onde sismiche, portando a uno scuotimento maggiore di quanto normalmente atteso per terremoti di bassa magnitudo (circa 4)”, conclude il ricercatore dell'Igag-Cnr. “Sebbene di bassa energia, i terremoti di Ischia possono risultare distruttivi e fatali per le due cause che abbiamo indicato: scarsa profondità degli ipocentri (concentrazione dell'energia in superficie), presenza di terreni sciolti e poco litoidi”.

 

Fonte: Andrea Billi, Istituto di geologia ambientale e geoingegneria, Roma, tel. 06/49914955 , email andrea.billi@cnr.it -

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