Cinema

Vino? È 'naturale'

Una scena del documentario Resistenza naturale
di Rita Bugliosi

A difendere la viticoltura che evita il ricorso a diserbanti e pesticidi, conserva la biodiversità e difende metodi tradizionali anche in cantina, sono i protagonisti del documentario di Jonathan Nossiter 'Resistenza naturale', in sala dal 29 maggio. Ma i ricercatori avvertono: attenzione ai manicheismi

Pubblicato il

Non è la prima volta che Jonathan Nossiter 'porta’ il vino nelle sale cinematografiche: risale a 10 anni fa 'Mondovino’, girato tra la Borgogna e la Napa Valley californiana, Volterra e l'Argentina, Londra, Firenze, New York, Bordeaux... Un’opera in cui si contrapponeva all''imperialismo' enologico un piccolo gruppo di produttori. Nel documentario 'Resistenza naturale’, il regista americano si concentra sul nostro Paese, dando la parola ai proprietari di quattro aziende vinicole di Piemonte, Emilia Romagna, Marche e Toscana.

Produttori che Nossiter definisce “contadini moderni rivoluzionari, in grado di vedere la propria attività agricola in un quadro politico, sociale, ecologico ed economico molto più ampio e complesso di quanto non potessero fare i contadini fino a qualche generazione fa”. Gli agricoltori del film evitano di usare diserbanti e pesticidi, preservano la biodiversità e ricorrono a metodi tradizionali di vinificazione e a interventi enologici non invasivi anche in cantina.

Locandina del documenario Resistenza naturale

Una posizione non del tutto condivisa dal mondo scientifico. “La viticoltura si colloca indubbiamente tra le coltivazioni a maggiore impatto ambientale per il forte consumo di agrofarmaci, esistono quindi i 'naturalisti’ puri, che hanno dichiarato e praticano effettivamente la 'guerra alla chimica’”, spiega Anna Schneider, dell’Istituto di virologia vegetale (Ivv) del Cnr di Grugliasco (To). “Vi sono però anche molti viticoltori convenzionali che al pari dei loro colleghi biologici si sforzano di ridurre al minimo l’uso dei fitofarmaci più impattanti, agendo sulla tempestività degli interventi, sulle pratiche agronomiche, sugli interventi colturali. Insomma, i viticoltori non si suddividono tra 'buoni’ biologici o biodinamici, e 'cattivi’ convenzionali: produttori bravi e professionali sono tutti quelli che in modo responsabile si impegnano per mantenere ambiente e alimenti sani e salubri e per conservare la biodiversità, limitando l’uso delle molecole di sintesi e di quelle sostanze, come il rame, che hanno effetti tossici quando si accumulano nel suolo”.

“La posizione integralista di alcuni convinti 'naturalisti’, inoltre, può essere negativa nel caso di epidemie come quella della flavescenza dorata, che tanti danni ha causato negli ultimi anni alla viticoltura italiana ed europea”, aggiunge Ivana Gribaudo, ricercatrice dello stesso Istituto. “Il rifiuto a intervenire con insetticidi contro il vettore di diffusione della malattia, anche da parte di un solo viticoltore, può infatti compromettere i risultati nel contenimento della patologia su larga scala”.

La conservazione delle tradizioni alimentari ed enologiche viene accostata nel documentario a un’altra 'resistenza’, testimoniata da Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna: il recupero, con la conservazione e il restauro, dei tesori cinematografici. Paladino della memoria cinefila collettiva, Farinelli ha molto in comune con i vignaioli narrati dal regista, perché come loro difende un patrimonio culturale che rischia di andare perduto.

La scheda

Titolo: Resistenza naturale

Regia: Jonathan Nossiter

Cast: Corrado Dettori, Valeria Bochi, Giovanna Tiezzi, Stefano Borsa, Elena Pantaleoni, Gian Luca Farinelli, Stefano Bellotti, Giulio Armani

Distribuzione: Lucky Red

Uscita in Italia: 29 maggio 2014

Tematiche
Argomenti