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Lisa è partita per lo spazio

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di Emanuele Guerrini

Concluso con successo il lancio del satellite europeo inviato a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, per aprire la strada alla costruzione di un innovativo osservatorio spaziale

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È iniziata il 3 dicembre alle 5.04 del mattino ora italiana (mezzanotte a Kourou), dalla base europea in Guyana francese, la missione Lisa Pathfinder. Lanciata nello spazio sul razzo Vega, la sonda ha il compito di testare le tecnologie necessarie alla costruzione di un osservatorio spaziale delle onde gravitazionali, che dovrebbe essere ultimato entro il 2034 con il lancio della missione da due miliardi di euro 'e-Lisa’ (Evolved Laser Interferometer Space Antenna). La sonda si è separata dall’ultimo modulo di Vega alle 6.49 ora italiana e due minuti più tardi la base di controllo dell’European Space Operations Center (Esoc), a Darmstadt, in Germania, ha stabilito il contatto. Nelle prossime dieci settimane Lisa utilizzerà i suoi propulsori per raggiungere la meta finale, la regione di spazio che si trova a 1.5 milioni di chilometri dalla Terra, detta L1, dove la forza di gravità del Sole e della Terra si annullano. L’8 dicembre alle 20.50 la sonda è stata avvistata, in transito a 11000 km dal nostro pianeta, dall'osservatorio Deimos sky survey (Dess) nei pressi di Ciudad Real, in Spagna.

Lisa Pathfinder, realizzata dall’Agenzia spaziale europea (Esa) con il contributo dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e l’Università di Trento, intende in particolare mettere alla prova il concetto di rivelazione di onde gravitazionali dallo spazio, dimostrando che è possibile controllare e misurare con una precisione altissima il movimento di due masse di prova (in lega d’oro e platino) in una caduta libera gravitazionale quasi perfetta, monitorata da un complesso sistema laser.

“Siamo tutti molto emozionati, il ruolo italiano nella missione è straordinario”, spiega il presidente Asi, Roberto Battiston. “Il nostro Paese in questo settore ha una tradizione riconosciuta, che continua a confermarsi lancio dopo lancio”. “Ascoltare l’universo attraverso le onde gravitazionali promette una profonda rivoluzione in astrofisica, astronomia e cosmologia come quelle dovute all’invenzione del telescopio o dei radiotelescopi”, commenta Stefano Vitale dell'Università di Trento.

La missione è stata realizzata con un importante contributo italiano, sia scientifico sia tecnologico. “Lisa Pathfinder è un capolavoro di tecnologia e aprirà la strada a un nuovo capitolo di questa storia affascinante, in cui potremmo riuscire ad ascoltare e studiare catastrofici eventi cosmici fino a oggi irraggiungibili”, ricorda Fernando Ferroni, presidente dell’Infn.

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